L’idea lanciata dal Partito Democratico per reperire risorse in funzione anti-crisi ha già creato polemiche. Non una vera e propria patrimoniale, visto che riguarda solo i redditi e non i patrimoni, ma resta un prelievo sulle fasce di popolazione più benestanti. «Il gruppo del Pd della Camera, in piena sintonia con il partito, propone un contributo di solidarietà a carico dei redditi più elevati per il 2020 e 2021, che dovranno versare i cittadini con redditi superiori ad 80mila euro e che inciderà sulla parte eccedente tale soglia». Per Delrio e Melilli la somma versata sarà deducibile e avrà un gettito atteso di 1.3 miliardi all’anno.
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Il meccanismo ipotizzato è il seguente. Si tratta di un contributo che va dal 4% all’8% per cinque fasce di reddito, dagli 80mila euro a oltre un milione di imponibile Irpef, per contributi di solidarietà che andraooo d a110 euro a 54 mila all’anno per il 2020 e il 2021. È questo dunque l’emendamento annunciato dal PD per il decreto Cura Italia, con la proposta che dovrebbe riguardare circa 800mila contribuenti. Come pubblicato su Il Sole 24 Ore, il contributo, deducibile dal reddito complessivo, sarebbe del 4% oltre 80.000 euro, del 5% oltre 100.000 euro, del 6% oltre 300.000 euro, del 7% oltre 500.000 euro, dell’8% oltre un milione di euro. In base alla tabella che accompagna il testo, sarebbero 110 euro l’anno per 200mila contribuenti che guadagnano sopra gli 80mila euro (200 euro lordi, ma con la possibilità di dedurre 90 euro). Da 90.000 a 100.000 euro il contributo sarebbe di 331 euro al netto della deducibilità; 718 euro da 100.000 a 120.000 euro; 1408 euro da 120.000 a 150.000; 2512 euro da 150.000 a 200.000 euro; 4583 euro da 200.000 a 300.000 euro; 9276 euro da 300.000 a 500.000 euro; 22.252 euro da 500.000 a 1 milione; i 796 contribuenti che dichiarano più di un milione darebbero 54.001 euro l’anno.
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Il primo ad aver preso le distanze dalla proposta del PD è stato il Primo Ministro Giuseppe Conte: “È la prima volta che oggi ne ho sentito. Non ne abbiamo parlato al tavolo dei capi delegazione, il governo non ha fatto propria nessuna proposta del genere e non la vedo all’orizzonte”.
Secco no, invece, da Italia Viva, M5S e Forza Italia. Ettore Rosato di Italia Viva ha commentato: “Dai nostri partner di governo in 24 ore ho sentito no alla riapertura graduale delle imprese, no all’attivazione del sostegno europeo tramite il Mes e sì alla patrimoniale. Auguri Italia!”. Non meno duro Vito Crimi del M5S: “Il contributo di solidarietà proposto dal Pd è una loro iniziativa. Noi con garbo e spirito unitario abbiamo proposto ai parlamentari di tagliarsi lo stipendio, cosa che il M5s già fa senza ricevere risposta. Ora non è il momento di chiedere ulteriori sacrifici agli italiani, rimaniamo contrari a qualunque forma di patrimoniale. Le risorse le dobbiamo trovare dentro il Paese, ridiscutendo interventi non necessari come TAV e attraverso l’Europa, con strumenti nuovi e realmente efficaci”.
Tajani: “La patrimoniale è inaccettabile. Ci opporremo con tutte le nostre forze ad ogni tentativo di mettere le mani nelle tasche e nei conti degli italiani. Il governo deve dare non togliere ai cittadini. Non c’è bisogno di un nuovo sceriffo di Nottingham.”