Proteste al Quarticciolo per l’attesa riapertura della scuola Pirotta dopo il caso legionella

Urla, proteste e uno striscione disperato: “La Pirotta non deve morire”. Un grido di rabbia si è levato nel cuore dell’Alessandrino a Roma. Fischietti assordanti, cori ripetuti con voce strozzata dalla frustrazione e uno striscione carico di angoscia hanno invaso l’ingresso dell’Istituto Comprensivo Luca Ghini. Decine di genitori, stretti accanto ai loro figli, si sono radunati per difendere l’anima del Quarticciolo: la scuola Pirotta. Da tre settimane il silenzio ha avvolto le sue aule vuote, chiuse come se fossero state dimenticate.

Quali sono i tempi

Sulla recinzione della scuola, un messaggio che non lascia spazio all’indifferenza: “La Pirotta non deve chiudere”. E mentre i manifestanti gridano a squarciagola “La Pirotta non si tocca”, il timore cresce. Ogni giorno che passa senza risposte è un passo in più verso il declino. “Non possiamo più aspettare”, urla una madre. “Vogliamo la verità sulle condizioni della scuola e sui tempi di riapertura.” Ma l’incertezza è l’unica risposta ricevuta finora.

Il Comitato di Quartiere

Michele Sugarelli, rappresentante del Comitato di Quartiere Quarticciolo, lancia un monito carico di preoccupazione: “Non possiamo permettere che nel nostro quartiere, già devastato dal più alto tasso di dispersione scolastica di Roma, venga cancellata l’unica scuola esistente”.

Chiusura repentina

La chiusura della scuola è arrivata come un fulmine a ciel sereno il 13 gennaio, quando nelle tubature è stato trovato il batterio della legionella. Un pericolo che ha reso necessaria la disinfestazione, ma che oggi diventa in un alibi per un immobilismo pericoloso.

Attese le analisi

Secondo una circolare pubblicata il 24 gennaio, il Servizio di Igiene avrebbe comunicato che il provvedimento di chiusura potrebbe essere revocato. Eppure, tutto è fermo. Si attende l’esito definitivo delle analisi sui campioni prelevati il 20 gennaio, ma l’attesa si fa interminabile. I risultati, promessi tra la fine del mese e i primi giorni di febbraio, sono l’ultimo filo di speranza che regge il destino della Pirotta.

Per i genitori, il vero pericolo è un altro: il tempo sta erodendo il futuro della scuola. Le iscrizioni rischiano di crollare, mettendo a repentaglio la sopravvivenza stessa dell’istituto. Senza open day, senza certezze, senza un futuro chiaro, chi si iscriverà alla Pirotta? I genitori sono costretti a portare i figli in altre scuole. Come sperare che la Pirotta sopravviva se gli open day non si sono nemmeno potuti fare?

L’incontro col dirigente

Oggi, venerdì 31 gennaio, i genitori si siederanno faccia a faccia con il dirigente scolastico, ma il timore è che le risposte siano solo parole vuote. Il nodo della questione non è solo la riapertura: è la garanzia che la Pirotta continuerà a esistere.

“La legionella è un problema serio, ma settimane di chiusura durante gli open day rischiano di infliggere alla scuola un colpo mortale”, ammonisce Sugarelli. E poi lancia un’accusa amara: “Si parla tanto di lotta alla dispersione scolastica e alla povertà educativa, ma una scuola chiusa è un futuro negato. Le scuole si proteggono aprendole, non condannandole all’oblio”. La battaglia è aperta. Il Quarticciolo non si arrenderà senza combattere.

Foto: scuolapirotta.it