Quanto ci costa il sindaco. Lo stipendio, le variabili e le indennità

In questo periodo pre-elettorale che interessa le amministrazioni di molti Comuni italiani, la curiosità di diversi lettori è sullo stipendio del primo cittadino. Si chiedono quanto guadagnerà chi sarà eletto e come si arriva alla composizione dello stipendio. E’ interessante capire subito che non esiste una “tabella sindacale” dello stipendio da sindaco e che le spettanze sono regolate sulla base della popolazione amministrata. Detto ciò, i cittadini dei comuni interessati al voto hanno già un primo punto di partenza per arrivare a determinare quanto gli costerà il proprio sindaco.

Chi amministra una grande città affronta problematiche sicuramente più ampie di chi si trova a capo del Municipio di un piccolo paesino. Le differenze di trattamento economico, sono di conseguenza molto evidenti. Lo stipendio è regolato dal Decreto 119 del 4 aprile 2000 e prevede gli importi indicati secondo l’elenco che segue.

Fino a 3.000 abitanti – stipendio mensile di 1.659 euro.
3.001-5.000 – stipendio mensile di 2.170 euro.
5.001-10.000 – stipendio mensile di 2.790 euro.
10.001-30.000 – stipendio mensile di 3.100 euro.
30.001-50.000 – stipendio mensile di 3.460 euro.
50.001-100.000 – stipendio mensile di 4.130 euro.
100.001-250.000 – stipendio mensile di 5.010 euro.
250.001-500.000 – stipendio mensile di 5.780 euro.
Oltre 500.000 – stipendio mensile di 7.800 euro.

Lo stipendio di un sindaco è, dunque, molto variabile e dipende non solo dalle dimensioni del Comune di cui si è primo cittadino ma anche in base alla parte variabile dell’importo e alle indennità percepite da alcuni amministratori.

Gli elementi che “formano” lo stipendio

Il decreto fiscale connesso alla Legge di Bilancio 2022 prevede un aumento dell’Indennità dei sindaci nei Comuni fino a 3.000 abitanti. arrivando all’85% di quanto spetta ai sindaci dei Comuni con oltre 5.000 abitanti.

L’elemento quindi che determina lo stipendio del sindaco è il numero degli abitanti, ma incide anche la sua eventuale attività lavorativa. Vuol dire che se un sindaco ha anche un lavoro o è pensionato, il compenso si riduce. Per ottenerlo per intero dovrebbe prendersi un’aspettativa dal lavoro per tutta la durata del mandato.

Altro elemento che determina l’importo delle spettanze è la percentuale delle entrate del bilancio comunale. Se questo fosse superiore alla media nazionale, il “premio” per il sindaco sarebbe una maggiorazione dello stipendio del 3%.

Ancora un 2% di aumento arriva sullo stipendio del sindaco, se la spesa procapite relativa all’ultimo bilancio, è superiore alla media nazionale.

Concludendo

Chi si farà carico di amministrare una grande città o un piccolo paesino, non avrà un compenso simile ad un lavoratore dipendente o un impiegato. Il ripagamento economico per il suo impegno sarà commisurato, in prima analisi, dalla grandezza della popolazione, ma anche dall’abilità e dall’impegno che lui (o lei) saprà dedicare alla sua funzione.
Uno stipendio equo, quindi, che tuttavia a seconda dei casi non è certamente commisurato alla mole di lavoro ed oneri di chi si cala in questa carica istituzionale. Anche e soprattutto tenendo in considerazione che, ad ogni problematica grande o piccola, risponde sempre e comunque il primo cittadino. Una bella responsabilità che certamente non è di facile gestione per chiunque.

 

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