Dopo la decisione adottata in Francia di ridurre la quarantena in caso di positività da COVID-19 da 14 a 7 giorni, ora anche in Italia si valuta la possibilità di ridurre il periodo di isolamento forzato di qualche giorno. È questo il grande tema che verrà affrontato in occasione della riunione del Comitato tecnico scientifico di martedì prossimo: ridurre la quarantena obbligatoria dagli attuali 14 giorni a 10.
Lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha anticipato, in occasione del vertice Med7 ad Ajaccio, che la questione della durata della quarantena sarebbe stata analizzata dagli esperti del Cts:
“C’è un dibattito anche internazionale su questo punto: l’Organizzazione mondiale della sanità ha ribadito che la soluzione più cautelativa è di 14 giorni, ma ci sono alcuni Paesi, alcuni esperti che valutano comunque la possibilità di una riduzione. Vediamo, si potrebbe anche astrattamente ipotizzare una riduzione di qualche giorno, ma sono soluzioni che non vanno affrontate con una decisione meramente politica, devono avere la garanzia, il conforto delle valutazioni scientifiche”.
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Il viceministro della Salute Sileri vede invece come strategia la conclusione della quarantena 7 giorni dopo con un tampone: “Così liberi le persone, perché oggi il vero problema è la quarantena dei contatti stretti di un positivo: rischiamo di chiudere troppi in un ufficio, un ristorante o qualunque altra attività, mettendo in quarantena persone che stanno bene per il dubbio che siano asintomatici e positivi.”
Per Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’OMS: “Per ridurre la quarantena deve esserci una concertazione nella Ue basata sull’evidenza scientifica e non sul calcolo politico o economico. Non è opportuno che uno stato membro vada avanti per conto proprio. Serve un confronto serio da parte degli scienziati. C’è la necessità di concertazione soprattutto quando si parla di frontiere condivise e di curve in rialzo. Il Comitato scientifico francese dice che dopo i primi 5 giorni il rischio di contagio si abbassa? Mi auguro abbiano prove solide da presentare. Per me, dieci giorni è il minimo, anche per gli asintomatici. Non abbiamo ancora prove definitive e certe che anche la scarsa sintomatologia non possa trasformarsi in un danno.”
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