Ha fatto sapere ai colleghi ed al datore di lavoro che avrebbe iniziato un percorso di transizione di genere finalizzato al cambio di sesso. La ragazza, una trentenne nata maschio, qualche giorno dopo ha ricevuto una mail per annunciarle il suo licenziamento.
Dopo il racconto arriva il licenziamento
Lei è impiegata in un’azienda della zona di Pisa e ha informato colleghi e datore di lavoro di quanto fosse in procinto di fare. Pochi giorni dopo, una e-mail inviata dalla ditta le comunicava che sarebbe terminato il rapporto di lavoro. La causa sarebbe ufficialmente un calo della produzione e conseguentemente una flessione di lavoro.
Non accetta il licenziamento e chiede supporto
La ragazza transgender ha chiesto aiuto a “Voice” uno sportello presente in Toscana che opera per combattere le discriminazioni in merito all’identità di genere o all’orientamento sessuale. La donna, che ora ha un avvocato che la tutela, agli operatori di Voice ha detto di non aver ricevuto alcuna espressione di solidarietà da parte dei colleghi.
Arcigay di Firenze
Il presidente di Arcigay Firenze, Mauro Scopelliti ha raccontato che “negli ultimi 10 anni c’è tata una fetta di popolazione che ha fatto coming out nel contesto lavorativo. Alcuni si sentono condizionati e ingabbiati. C’è chi chiede supporto. Abbiamo accompagnato alcune aziende negli accordi coi lavoratori per la discrezionalità e la privacy circa l’identità dei dipendenti. Una serie di tutele, come assunzioni fatte con identità alias, tipologia di email aziendale, spogliatoio, cartellino…”. Scopelliti spiega che hanno anche attivato progetti con le agenzie di reclutamento per la situazione che si crea in quei casi.
Adesso non resta che attendere l’evoluzione della vicenda perché chiaramente il licenziamento sarà impugnato dal legale della ragazza. Bisognerà però dimostrare che la causa del suo licenziamento sia “viziata” dalla volontà di cambiare sesso.
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