I problemi degli scorsi anni, secondo il rapporto di Legambiente, restano invariati: ritardi, linee chiuse e convogli lenti e divario tra Nord e Sud sempre più incisivo. Il Mezzogiorno d’Italia resta dimenticato, con convogli più vecchi rispetto al resto del Paese.
Il punto
Emerge una condizione di stallo nel trasporto ferroviario secondo il rapporto Pendolaria 2024. Le differenze tra Nord e Sud mostrano forti squilibri di qualità e quantità e le prospettive future non offrono speranze di risoluzione. L’attenzione concentrata sulle grandi opere distoglie dal problema del trasporto in treno, che per i pendolari rimane carico di difficoltà. L’attenzione dovrebbe interessare anche le piccole opere, che migliorerebbero la vita delle persone. Bisogna puntare su raddoppi e passanti ferroviari, potenziamenti e velocizzazioni, ma anche sulla creazione di nuove stazioni e sull’elettrificazione.
Il Mezzogiorno soffre e continua a soffrire
Nel Paese i servizi regionali e il trasporto pubblico sono collocati in un ambito secondario e il Mezzogiorno d’Italia patisce la carenza di infrastrutture e di finanziamenti. Sebbene il numero dei viaggiatori risulti in aumento, il governo applica tagli e rimodula il servizio. Non c’è alcun finanziamento per il trasporto rapido su ferro (metro, tram e filovie). Un regresso rispetto agli scorsi anni, che ricade sulle fasce deboli della popolazione. Il rapporto Pendolaria presenta uno scenario sconfortante. I ritardi sono quotidiani e il divario tra il Nord del paese rispetto al Sud, sulla qualità del servizio, è pressoché incolmabile. I convogli sono lenti e vecchi.
Sud dimenticato
Le corse sono poco frequenti e i convogli sono più vecchi rispetto al resto d’Italia. Al Sud l’età media dei treni è di oltre 18 anni. Al Nord del Paese invece la media è di 14,6 anni. Il primi posti del “tempo di esercizio” dei treni spettano a Molise e Calabria con medie rispettive di 22,6 e 21,4 anni.
Legambiente indica le linee ferroviarie del Sud come le peggiori d’Italia. Nel 2024 tra le 12 linee segnalate come peggiori, quattro sono proprio al Sud. Queste linee comprendono la tratta Catania – Caltagirone – Gela. Ma anche la Taranto – Reggio Calabria e l’Adriatica nel tratto Barletta – Trani – Bari.
Ferrovie chiuse
Un altro problema del trasporto ferroviario del Sud e quello delle ferrovie chiuse e sospese ormai da anni. Tra queste, la Palermo – Trapani via Milo, che a causa di smottamenti del terreno è chiusa dal 2013. Oppure la Caltagirone – Gela, che è interrotta dal maggio 2011, in seguito al crollo del Ponte Carbone. Ci sono poi le linee a scartamento ridotto da Gioia Tauro a Palmi e Cinquefrondi, in Calabria che sono sospese ormai da 11 anni.
La situazione critica della Sicilia
Sono 1.267 i chilometri di linee a binario unico. Queste sono l’85% del totale di 1.490 chilometri. Non sono elettrificati 689 chilometri di linee, cioè il 46,2% del totale.
Già questi due elementi fanno comprendere la gravità della condizione siciliana per il trasporto ferroviario. Ma Legambiente punta anche il dito contro i tempi di percorrenza che definisce “imbarazzanti”. Per fare un esempio, per andare da Trapani a Ragusa occorrono 13 ore e 14 minuti, un tempo biblico dovuto a 4 cambi di treni regionali.
Effetti collaterali
Lo stato delle ferrovie nel Sud-Italia provoca contraccolpi negativi sulle aree interessate dai disagi. Il primo e più evidente è l’isolamento di territori e comunità, dal quale deriva automaticamente lo spopolamento e quindi il declino economico. L’inadeguatezza del servizio costringe poi ad una maggiore dipendenza dalle auto, quindi ad un maggiore inquinamento dell’aria.
Legambiente: No al ponte sullo Stretto
Malgrado la situazione, l’Associazione denuncia che il dibattito pubblico e le risorse sono orientati alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Un’opera che impegnerebbe diversi miliardi per quasi un decennio. Legambiente ha già definito questa infrastruttura, “inutile, insensata e dal forte impatto ambientale e paesaggistico”. L’Associazione ambientalista ha richiamato l’attenzione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sulla priorità della questione dei pendolari e del trasporto su ferro. Chiedendo di potenziare le linee ferroviarie con l’introduzione di nuovi treni, l’elettrificazione e collegamenti terrestri più rapidi. Legambiente propone il miglioramento del trasporto via mare con l’adozione di traghetti “Roll-on/Roll-off” e la conversione delle attuali flotte per il trasporto marittimo più sostenibile, come i traghetti elettrici.
Calabria e Sicilia. L’appello di Legambiente
Anna Parretta e Tommaso Castronovo, rispettivamente presidenti di Legambiente Calabria e Sicilia, ammoniscono che si continua a viaggiare come 30anni fa. “Servono collegamenti più sicuri e frequenti. La modernizzazione delle linee, anche per l’alta velocità, treni con tecnologia avanzata, stazioni rinnovate e accoglienti. Vanno triplicati gli investimenti programmati da diversi anni, per migliorare e ampliare l’offerta del servizio e i mezzi di trasporto. Occorre fornire informazioni puntuali nel rispetto dei diritti dei passeggeri”.
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