Rispetto a fine gennaio, le domande per il reddito di cittadinanza sono salite di circa il 9%: attualmente risultano oltre 142mila nuclei familiari che hanno presentato domanda per il reddito o la pensione di cittadinanza nei mesi di febbraio e marzo 2020. Un incremento deciso rispetto al trend degli scorsi mesi, ma che è anche indice di ampliamento della popolazione in condizioni di povertà.
In totale, sarebbero state raggiunte 1.8 milioni di famiglie, mentre i nuclei beneficiari sono aumentati del 10%. Un aumento netto, seppur calcolato su due mesi a causa dello stop dell’osservatorio INPS: a gennaio i richiedenti erano aumentati solo del 2,2%, a dicembre dell’1,2% e a novembre del 2,7 per cento.
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Un aumento che, tuttavia, potrebbe rispecchiare i primi effetti delle misure restrittive adottate durante l’emergenza Coronavirus. È possibile che il numero richiedenti continui a salire nei prossimi mesi, visto che in molti hanno perso il lavoro, altri sono stati sospesi o hanno subito riduzioni di orario. Bisognerà fare i conti con l’erosione del reddito, con la cassa integrazione o l’assenza di ricavi da lavoro autonomo.
Così il presidente ACLI e portavoce dell’Alleanza contro la Povertà Roberto Rossini: “Presto avremo una platea più ampia di poveri. L’acuirsi della crisi rende necessaria una revisione del sussidio in modo che si possa contrastare l’emergenza in corso. Le necessarie misure di contenimento del virus determineranno una recessione con una perdita di reddito più o meno marcata per ampi strati della popolazione”
Il Governo sta valutando nuove misure di sostegno al reddito aggiuntive, a partire dal bonus 800 euro per autonomi e professionisti, i buoni spesa comunale e il Reddito di Emergenza.
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Bisognerà tuttavia modificare e potenziare le misure strutturali in essere, per rendere il reddito di cittadinanza adeguato al suo nuovo contesto. Oltre alla modifica della scala di equivalenza e alla riduzione del vincolo di residenza in Italia da 10 a 2 anni, sono state proposte anche nuove misure capaci di offrire dei parametri più precisi della situazione economica corrente del nucleo familiare.
Non ci si dimentichi che l’ISEE si basa sui redditi di due anni prima e solo in caso di marcate variazioni si può presentare l’ISEE corrente. In ogni caso, è possibile contattare per avere consulenza da remoto i CAF oppure il modulo online sul sito INPS con PIN dispositivo, a patto di avere già una dichiarazione ISEE in corso di validità, e quindi presentata dopo il 1 gennaio 2020.