In questi ultimi giorni, diversi beneficiari del reddito di cittadinanza si sono chiesti se è possibile vedersi aumentare la cifra mensile che normalmente viene accordata. E la risposta è sì: emergenza Coronavirus, infatti, ha portato a rivedere anche il reddito. E nel caso in cui si fosse nella posizione di dimostrare che il contagio Covid-19 ci abbia causato un danno lavorativo che incida sul reddito di cittadinanza, l’aumento sarebbe riconosciuto. Le misure restrittive adottate sono state un problema importante per i lavoratori, ma anche per quelle persone che hanno un’occupazione e beneficiano del reddito di cittadinanza come quota integrativa del proprio stipendio. Senza lo stipendio, ovviamente, il reddito di cittadinanza diventerebbe l’unico mezzo di sostentamento per un’intera famiglia.
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Le entrate finanziarie sono calate vistosamente per molte famiglie, soprattutto per chi lavora come dipendente, autonomo, libero professionista e partita IVA, ma anche per chi percepisce il reddito di cittadinanza al fianco di un regolare stipendio, dichiarato. Per chiedere un aumento dell’importo del reddito di cittadinanza si può fare riferimento all’ISEE corrente. Con questo strumento si prendono in considerazione i redditi percepiti nei due anni precedenti alla presentazione della DSU.
Se qualche lavoratore nei mesi di febbraio e marzo 2020 ha subito una contrazione evidente del proprio reddito, può metterla subito in evidenza. Infatti, in questo modo si può rendete noto: perdita dell’attività lavorativa, sospensione dell’attività lavorativa, riduzione dell’attività lavorativa. Qualora l’emergenza coronavirus abbia avuto delle pesanti conseguenze sull’attività lavorativa di tipo subordinato, con contratto a tempo indeterminato, sarà possibile richiedere un ISEE corrente calcolato tenendo conto solamente degli ultimi due mesi.
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Nell’ISEE corrente si possono indicare i redditi e i trattamenti percepiti negli ultimi due mesi, soltanto nel caso in cui per uno dei familiari si sia verificata un’interruzione di trattamento o la perdita, riduzione o sospensione di un impiego a tempo indeterminato: in questa ipotesi, i redditi e i trattamenti sono moltiplicati per 6.