Reddito di Emergenza, sarebbero 600 euro per disoccupati e lavoratori in nero. Spieghiamo come potrebbe funzionare

Sarebbero circa 3 milioni i cittadini rimasti senza reddito perché disoccupati e lavoratori in nero che al momento sono senza sussidi. Per questo il Governo avrebbe pensato a un Reddito di Emergenza da 600 euro.

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Potrebbe profilarsi, come riporta quifinanza.it, una novità molto importante per tutte le persone in attesa che il Governo istituisca il Reddito di Emergenza. Come rivelato dal quotidiano economico ItaliaOggi, l’erogazione dovrebbe avvenire da parte delle amministrazioni comunali, che verrebbero coinvolte nel progetto direttamente dal Governo.

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L’indiscrezione è frutto di una conversazione che alcuni giornalisti del quotidiano hanno avuto con il sottosegretario al ministero dell’interno Achille Variati. L’esponente della compagine governativa ha parlato di una scelta quasi obbligata, dal momento che le amministrazioni locali potrebbero garantire una risposta più efficiente e veloce alle esigenze del loro territorio. Al momento, ovviamente, si tratta solo di un’ipotesi ma, sottolinea Variati, sta prendendo sempre più corpo ogni giorno che passa.

Che cos’è il Reddito di Emergenza
Detto anche Reddito di Quarantena, la misura al vaglio del Governo dovrebbe rappresentare una delle voci più corpose del decreto finanziario atteso per il 16 aprile (o, comunque, per i giorni immediatamente successivi alla Pasqua). Il Reddito di Emergenza dovrebbe garantire una forma di sostegno al reddito per tutte quelle persone rimaste tagliate fuori dagli altri strumenti già varati dal Governo. Insomma, un assegno mensile per chi è rimasto senza reddito a causa delle misure restrittive per l’emergenza Coronavirus. Rientrerebbero in questa categoria, ad esempio, le colf con le badanti; i lavoratori stagionali del turismo e dell’agricoltura; gli edili; ma anche tutte quei lavoratori in nero che, di punto in bianco, si sono ritrovati senza più fonti di guadagno né misure di sostegno supplementare.

Reddito di emergenza erogato dai comuni. Spieghiamo come potrebbe funzionare
La scelta di coinvolgere le amministrazioni comunali, come accennato, pare l’unica strada al momento percorribile da parte del Governo. L’INPS è infatti impegnata con l’erogazione del bonus da 800 euro alle partite IVA e agli autonomi (con la prima rata di marzo in accredito il 15 di aprile, come confermato dal ministro Gualtieri); le banche, invece, si stanno occupando di fornire liquidità al sistema produttivo sotto forma di anticipo della cassa integrazione.

Le amministrazioni comunali, dunque, sarebbero le uniche in grado di garantire una pronta risposta alle esigenze del territorio, conoscendone a menadito esigenze e necessità. Insomma, dare modo ai sindaci e alle amministrazioni di erogare i 3 miliardi di euro del reddito di emergenza potrebbe rappresentare un modo più efficiente di gestire i fondi del reddito di quarantena e raggiungere con facilità chi ne ha più bisogno.

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