Dopo settimane di continue indiscrezioni, ora è tutto pronto: il Reddito di Emergenza, ovvero la misura adottata per sostenere economicamente tutti i lavoratori esclusi dagli altri ammortizzatori sociali, è pronto per partire. Se ne era già parlato ancora all’epoca dell’approvazione del decreto Cura Italia.
Come ha spiegato la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo in un’intervista a FanPage: “Sarà una misura che possa durare qualche tempo, erogata sulla base del nucleo familiare, con una base di partenza di 400 euro fino a un tetto massimo di 800 euro”
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Come spiegato dal Presidente dell’INPS Pasquale Tridico, nel corso dell’audizione tenuta in Commissione Lavoro alla Camera, la platea dei beneficiari dovrebbe essere di circa 1 milione di nuclei familiari, con una media di 2.5-3 membri per nucleo, con un totale di 2.5-3 milioni di persone interessate e una spesa totale pari a circa 2 miliardi di euro.
La Catalfo ha inoltre spiegato che sarebbe allo studio uno strumento attivo per i lavoratori che si sono trovati in una situazione con riduzione di orario, occupando però le ore libere nella formazione. Uno strumento “non più passivo come la Cassa integrazione, ma attivo.
“In questo modo manteniamo il lavoratore sul posto di lavoro, con maggiori competenze e sgraviamo un po’ l’impresa del costo, utilizzando le risorse che vengono dall’Europa. Il valore aggiunto sarebbe non solo per le imprese ma anche per il lavoratore.”
“Nei prossimi giorni ci sarà un confronto con le parti sociali sulla progetto di introdurre dei turni per i lavoratori per farli arrivare scaglionati” sui posti di lavoro. La misura è ancora in una fase di studio ed elaborazione, per avere un percorso condiviso”.
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Una parola anche riguarda lo smart working: “Stiamo lavorando su un voucher incentivi per la connettività, per acquisire servizi per famiglie e imprese. Prima del coronavirus, era uno strumento utilizzato ma non diffuso, adesso è uno strumento molto diffuso che probabilmente verrà utilizzato nella fase di riapertura delle imprese. Il governo sta quindi pensando di realizzare una rete, quanto più ampia possibile, per poter fare utilizzare a tutti in modo non discriminato tra territori, strumenti del genere e dare la possibilità a tutte le famiglie di poter accedere a internet e quindi agevolare il lavoratore in questo senso”.