Regione Sicilia: Palermo, terzo settore a rischio?

 

“Il Piano di riequilibrio del Comune di Palermo rischia di essere per il terzo settore fatale”, così Davide Faraone, Presidente dei Senatori di Italia viva.

Sen. Davide Faraone

Lo è – ha continuato – perché il Comune ha previsto una decurtazione alle aziende del 20% sui crediti vantati dagli Enti non profit, crediti per il 90% destinati alla copertura dei costi del personale. Crediti che, poiché legati a fondi nazionali ed europei, non potrebbero, tra l’altro, essere utilizzati ai fini del riequilibrio”.

Dopo l’emanazione del Decreto dell’Assessore Antonio Scavone, del 10 novembre del 2021, le Cooperative regionali sono insorte, chiedendo una revisione delle tariffe a loro spettanti, dal momento che sono state ritenute inique dagli enti interessati, ovvero quelli del cosiddetto “privato sociale”, che “garantiscono la gestione di comunità per donne vittime di violenza, per minori allontanati dalle famiglie con provvedimenti della Procura Minorile o amministrativi, per madri con bambini in condizioni di fragilità sociale, per persone con handicap”.

Poiché il Comune di Palermo ha deciso di sospendere, almeno fino a giugno, i pagamenti per i servizi già svolti e di pagare i debiti in misura ridotta del 20%, è probabile che, già dalla prossima settimana, le migliaia di persone fragili economicamente e/o socialmente aiutate da questi servizi possano ritrovarsi totalmente abbandonate, dal momento che, come si legge su BlogSicilia, “per cooperative e associazioni è divenuto impossibile garantire i servizi richiesti che non hanno più una copertura finanziaria”.

Ass. Antonio Scavone

Si tratta di una situazione che Marianna Caronia ha definito “esplosiva, sia per gli aspetti occupazionali sia per quelli che attengono i soggetti assistiti, che credo vada in ogni modo prevenuta ed evitata.”

Proprio per questo motivo, la consigliera e deputata regionale ha scritto il giorno 14 febbraio una nota al Prefetto Giuseppe Forlani con cui ha chiesto un “tavolo di confronto fra tutte le parti in causa, anche eventualmente coinvolgendo i competenti uffici del Ministero dell’Economia e delle Finanze”.

Ciò che determina maggiore preoccupazione è proprio la crisi socio-economica generale alla quale si aggiunge il provvedimento, ritenuto ingiusto, in questione, rispetto al quale risulta necessario trovare un’alternativa “e – ha affermato Caronia – lavorare tutti insieme per trovare una soluzione che coniughi i necessari provvedimenti per il contenimento e il controllo della spesa con le inderogabili esigenze dei cittadini, soprattutto di quelli più fragili”.

Cons. Reg. Marianna Caronia

È addirittura scattata l’interrogazione ai Ministeri dell’Interno e del Lavoro a opera di Faraone, il quale si è in merito così espresso:

Io questo allarme lo faccio mio ed è per questo che ho presentato una interrogazione alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando. Chiedo di sapere quali iniziative intendano assumere al fine di evitare che quanto previsto dal Piano di riequilibrio possa abbattersi su una rete sociale che sta in campo ad affrontare un’emergenza sociale resa ancor più grave dalla pandemia. Un universo di solidarietà ed assistenza che se venisse a mancare si ripercuoterebbe sugli ultimi. E non possiamo consentirlo ”.

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