Resta pedaggio tronco urbano A24. Al limite, agevolazioni per residenti VI Municipio

Sembrava fatta, per i romani, l’abolizione del pedaggio sul tronchetto urbano dell’A24 era ormai un traguardo a portata di mano. Le promesse elettorali di Matteo Salvini avevano acceso la speranza di liberarsi finalmente di questa tassa ingiusta. Ma la realtà, come spesso accade, è stata ben diversa: il sogno si è infranto contro il muro dell’ennesima presa in giro politica. Il Ministero dei Trasporti ha chiuso la porta in faccia ai cittadini con una risposta lapidaria e senza appello: il pedaggio resta. Niente sconti, niente abolizione, un secco “no” che ha il sapore di una beffa, dopo tante parole spese in campagna elettorale.

La denuncia del PD

Il Partito Democratico ha immediatamente denunciato l’ennesima promessa non mantenuta. Andrea Casu, deputato del PD, ha puntato il dito contro il Ministero, sottolineando che, malgrado le rassicurazioni su un possibile dialogo con il Comune, non c’è mai stata una reale volontà di eliminare questa tassa ingiusta. Al massimo, qualche contentino sotto forma di ristori o agevolazioni, per pochi eletti del VI Municipio, ma nulla che cambi davvero la situazione per la città intera.

Milioni di euro per spostarsi nella città

Il danno è enorme, ogni anno, i romani devono sborsare circa 17 milioni di euro per percorrere un tratto urbano dell’A24. Un’autentica gabella medievale che pesa sulle spalle di pendolari e famiglie delle periferie, costretti a pagare per una strada che, paradossalmente, collega semplicemente diverse zone della stessa città.

Il pedaggio colpisce in particolare chi attraversa le barriere di Lunghezza (4,4 milioni di euro), Ponte di Nona (6,5 milioni) e Settecamini (6 milioni). Soldi che i cittadini pagano senza logica, se non quella di ingrassare le casse di chi gestisce l’infrastruttura.

Salvini dice che però ha bloccato gli aumenti

E mentre Roma viene salassata, Salvini si vanta di aver bloccato l’aumento dei pedaggi sull’A24 nel resto del Paese. Solo che questa misura avvantaggia solo i piccoli borghi della Valle dell’Aniene e dell’Abruzzo, lasciando la Capitale completamente tagliata fuori. Perché ai romani non è concesso lo stesso trattamento?

Il ministro, che in passato ha giurato di risolvere il problema, ora si nasconde dietro rinvii e scuse, trascinando la questione senza mai affrontarla seriamente. Le critiche e i malumori dal Pd sono chiari: il risultato è un’altra promessa tradita. Un’altra bugia servita ai cittadini. La speranza di una Roma senza pedaggi è stata sacrificata sull’altare della politica delle chiacchiere. I romani meritano rispetto, non prese in giro.

Foto: ilriformista.it