In Italia il riscaldamento globale, ha già fatto sentire i suoi effetti, infatti, rispetto al secolo scorso, la temperatura è aumentata di quasi un grado, sebbene addirittura a settentrione, a Pavia si sia registrato l’aumento di 1,3°; i dati arrivano direttamente dall’European Data Journalism Network e sono allarmanti.
Si accorciano le “distanze” tra Nord e Sud, almeno per quanto riguarda le temperature, secondo uno studio condotto dal Gruppo Gedi, che ha analizzato ben 100 milioni di dati meteorologici dal 1900 al 2017 su 558 aree dell’Europa; L’Italia, suddivisa in 54 quadrati di 80 kmq, ha mostrato un incremento di un grado ed oltre su ben 36 di questi, molto vicini tra loro, a formare un unico blocco che va da ovest dalla zona di Livorno ad est ad Ancona, salendo a Bergamo e Belluno, interessando la Pianura Padana, che risente sempre più della siccità e dell’abbandono delle colture.
Secondo invece una classifica dei 54 territori italiani più caldi, stilata da Edjnet, dal 2000 ad oggi la temperatura è cresciuta di un grado ed oltre e tra le prime venti città in elenco, ci sono tutti comuni del Centro Nord, tra cui come già accennato, Pavia in testa alla classifica, seguita da Piacenza, Savona ed Imperia.
La città industriale di Milano si piazza al 12° posto, mentre Roma seppur caotica e piena di automobili al 30°, mentre si salva Cagliari, ultima in classifica con un aumento pari al 0,3; secondo lo studio aumentano le giornate calde, le primavere premature, che spesso causano seri danni all’agricoltura, perché accelerano il processo di crescita delle sementi, le cui piantine, potrebbero però essere seccate da improvvise gelate.
Il Monte Bianco perde i suoi ghiacciai e presto potrà cambiare nome in “Monte Grigio”, in Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, a causa del caldo, si riproducono in maniera esponenziale le zanzare e ritornano malattie antiche come la Malaria o il virus che causa la Febbre del Nilo; sempre più frequenti eventi atmosferici violenti, come le alluvioni e le inondazioni.
Al Mattino di Padova, il meteorologo Luca Mercalli, ha dichiarato che sopra le nostre teste c’è “una coperta invisibile e che con il nostro inquinamento ogni giorno diventa sempre più spessa”, lo scienziato ha spiegato che ci sono state ben cinque estati italiane più calde degli ultimi 200 anni, i ghiacciai delle Alpi stanno scomparendo e che “se non riduciamo l’emissione di CO2 e l’effetto serra entro la fine del secolo, la vita per i nostri figli e per i nostri nipoti sarà sempre più difficile”.
Secondo alcuni studi, il Belpaese attraverserà un processo di desertificazione, che colpirà nella fase iniziale il Sud, già sottoposto a stress idrico, peggiorando la situazione anche in campo economico e turistico, l’innalzamento del mare, anche modesto porterà all’inondazione di zone costiere depresse e l’infiltrazione di acqua salata, nelle falde acquifere di acqua dolce, limitando le risorse idriche ulteriormente; a rischio città come Venezia e tutte le città costiere, che perderanno territori a causa delle mareggiate e dell’erosione.
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