Il valore della storia e della cultura nomade
Negli ultimi anni, l’associazione ha cercato di comprendere l’esatto numero di Rom, Sinti e Caminanti presenti nel territorio di Roma Capitale. Dai censimenti della Polizia Municipale e dell’Ufficio NAE sono emersi dati che necessitano di un’analisi più approfondita. Sul territorio sono presenti sia Rom di provenienza rumena, il cui numero varia a seconda della stagione, sia Rom stanziati da oltre trenta o sessanta anni, con generazioni di bambini ormai cittadini italiani.
Di conseguenza, è possibile effettuare un censimento dei “campi Rom”, ma non dell’intera comunità, che vive da decenni in case o è presente nelle istituzioni, ricoprendo ruoli di rilievo come forze dell’ordine, avvocati, giudici, professori e laureati in diversi settori. Questo aspetto sottolinea la complessità della questione e l’importanza di trattare l’argomento con la giusta sensibilità.
La situazione attuale dei “campi Rom”
Un’analisi dettagliata della situazione dei “campi Rom” di Roma evidenzia numeri e condizioni specifiche:
- Campo dei Gordiani: ospita circa 200 persone di varie etnie della comunità Rom. Alcuni residenti hanno ottenuto un alloggio popolare grazie al percorso seguito con l’amministrazione comunale.
- Campo Salone: ospita 228 persone.
- Campo Castel Romano: ospita 355 persone.
- Campo Candoni: ospita 300 persone censite e riconosciute, stabili sul territorio da anni.
- Campo Salviati: ospita 322 persone.
Questi numeri sono soggetti a variazioni, rendendo necessario un costante monitoraggio da parte delle istituzioni.
L’impegno dell’amministrazione comunale
Le amministrazioni comunali stanno compiendo un importante lavoro di coordinamento per la chiusura dei “campi Rom” a Roma, con l’obiettivo di garantire a ogni famiglia meritevole un alloggio dignitoso e adeguato, come previsto per tutti i cittadini.
Secondo Adzovic, sia la politica di sinistra che di destra non ostacolano l’inserimento delle famiglie Rom nel contesto sociale e lavorativo, “purché avvenga nel rispetto della legalità e delle leggi – sottolinea, e continua – L’amministrazione comunale sta lavorando con impegno per chiudere i campi, puntando sul contatto diretto con ogni famiglia per accompagnarle nel percorso verso una nuova vita.
Sfide e preoccupazioni per il futuro
Nonostante i progressi, permangono alcune preoccupazioni riguardanti la tutela della cultura, della lingua e delle tradizioni millenarie del popolo Rom. “Vivere negli spazi aperti, avere la libertà di viaggiare ed esprimere i propri sentimenti profondi di amore per il cielo e la terra senza frontiere sono pilastri fondamentali della cultura Rom. Non vorrei che i nostri padri e nonni fossero costretti a vivere una vita da prigionieri”, afferma Adzovic.
Un appello alla memoria e alla conoscenza
Per evitare la dispersione culturale e il rischio di cancellazione delle tradizioni, Adzovic lancia un appello ai giovani affinché si impegnino nella creazione di centri studi dedicati alla cultura, alla lingua e alla storia della comunità Rom, Sinti e Caminanti. Il riconoscimento della loro storia millenaria è un passaggio fondamentale per garantire un futuro in cui integrazione e rispetto possano convivere nel pieno riconoscimento delle diversità culturali.