Nella giornata di ieri, le regioni del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, consorzio del Prosecco Docg, del Prosecco Doc e del Consorzio vini Asolo Montello, oltre che l’associazione per il patrimonio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, si sono presentate unite davanti alla commissione Agricoltura del Senato per una audizione informale sulla salvaguardia delle produzione Doc, Dop e Igp italiane anche alla luce del caso Prosek, oggetto oggi di discussione anche in sede formale al tavolo vino riunito dal Mipaaf. L’Italia ha ancora 45 giorni di tempo per presentare opposizione formale alla domanda di riconoscimento della menzione tradizionale per il Prosek. Dunque, la domanda della Croazia per questo vino passito denominato Prosek prodotto nelle aree meridionali della Dalmazia è ancora materia di discussione dalla Commissione europea. A preoccupare la filiera italiana, a cominciare dai vertici ministeriali, è proprio l’omonimia col Prosecco italiano, riconosciuto come denominazione protetta nel 2009, e la creazione di un precedente che sembra andare in contrasto con i regolamenti europei sulla difesa delle indicazioni geografiche. “Il prosek non ha nulla a che vedere con il prosecco l’unico ed autentico prosecco italiano, un’eccellenza del made in Italy –afferma il senatore della Lega Gianfranco Rufa membro della commissione agricoltura del senato (nella foto) – se presente sui mercati internazionali il Prosek non farebbe che creare confusione ed inoltre la sua presenza non farebbe altro che aprire la strada a successive contraffazioni a danno dell’eccellenze vinicole italiane. Accettare una simile richiesta andrebbe contro due importanti elementi, e cioè che in Veneto vi è la riserva del nome prosecco dal 2009, concordata con l’Europa, e ciò rappresenta un’esclusiva del nome, e poi dal 2019 l’area delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dove si produce il prosecco è stata dichiarata Sito Patrimonio dell’Umanità Unesco. Il Prosek è un vino che ha delle caratteristiche distanti anni luce dal Prosecco italiano, e dobbiamo far valere con determinazione le nostre ragione per salvaguardare il Prosecco il suo territorio, e l’orgoglio italiano”.