Riqualificazione del Patrimonio Abitativo Capitolino
Manutenzioni agevolate per le case popolari di Roma Capitale e per i condomini misti
Le Partecipate di Roma Capitale, “Risorse per Roma” e “Æqua Roma”, si occupano sia della amministrazione che della manutenzione degli immobili ERP di Roma Capitale. Essendo soggetti IRES, possono assumere la figura di ‘sostituto d’imposta’ nei confronti dell’Agenzia dell’Entrate.
Per fare questo, erano necessarie delle deleghe opportune da parte del corpo politico di Roma Capitale. Cosa che è accaduta per Risorse per Roma, così che, finalmente, con la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 46-2022, anche gli immobili di edilizia residenziale pubblica (ERP) di proprietà di Roma Capitale, potranno usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura.
Modificato lo Statuto
La Delibera ha infatti comportato una modifica allo Statuto di Risorse per Roma S.p.A., in particolare per l’articolo 4 dello statuto. La Società potrà così assumere il ruolo di stazione appaltante ed accedere ai bonus per le manutenzioni agevolate del patrimonio pubblico.
Ciò potrà sbloccare anche la situazione per gli immobili con proprietà mista. Ovvero quegli immobili in cui, oltre agli assegnatari delle case popolari, vi siano appartamenti di proprietà privata; spesso frutto di alienazioni di Roma Capitale.
Per anni vi è stato un ostacolo insormontabile – fonte di discriminazione – che ha reso impossibile agli immobili ERP, ed a quelli misti, di accedere al Superbonus 110% ed al Sismabonus del Decreto Rilancio.
Inoltre, tale regime di gestione, ha ostacolato di fatto qualsiasi tipologia di cessione del credito e di sconto in fattura, in quanto Roma Capitale, non essendo soggetto IRES, non può usufruire direttamente delle agevolazioni fiscali.
Questa è stata una grave problematica presente da oltre un decennio. Problematica che non era mai stata risolta dalle varie Giunte ed Assemblee Capitoline, che si sono succedute. Sarà la volta buona?
È paradossale che una legge dello Stato non potesse trovare applicazione per gli ostacoli posti da altri ENTI STATALI MINORI, come nel caso di Roma Capitale, che non adeguava le sue norme alla legge, ed ove però pure il Legislatore avrebbe potuto adeguare la normativa per queste casistiche o stimolare il Comune di Roma ed altri comuni con la stessa problematica, ad attivarsi.
L’assemblea Capitolina
A comunicare questa importante novità è stata a giugno 2022, la Presidente della Assemblea Capitolina, Svetlana Celli, in quota Partito Democratico, la quale già nel corso della precedente consiliatura, sebbene allora fosse in opposizione, si era occupata della questione, ed insieme all’ex Consigliere Comunale Francesco Figliomeni, erano riusciti a far approvare ad unanimità la Mozione n. 29, in data 4 maggio 2021.
È assurdo che chi abbia acquistato una casa che si trovi in un condominio ove vi sono anche appartamenti, spesso in quota maggioritaria, di Roma Capitale, e pur appartenendo alle fasce meno abbienti delle città, si sia purtroppo ritrovato/a a non poter aderire alla proposta statale, e conseguentemente a non poter risparmiare per riqualificare la propria abitazione, rendendola eco-sostenibile, come invece hanno potuto e possono fare tutti i cittadini in Italia, spesso appartenenti a classi sociali più abbienti.
Un ostacolo questo, causato da Roma Capitale, che da tanti anni, ha sempre imposto in tutti quei casi in cui il condominio non aveva la maggioranza dei millesimi di proprietà privata, il diniego ad aderire ad iniziative di cessione del credito e di sconto in fattura.
Cosa si sarebbe potuto fare?
Il Comune di Roma avrebbe potuto votare favorevolmente nelle assemblee condominiali, sia il superbonus che il sismabonus, a costo di pagare le sue quote.
Di fatto però ha sempre evitato, danneggiando i proprietari privati e i propri assegnatari; costringendoli quindi a vivere in immobili senza adeguata manutenzione straordinaria ed ecosostenibile. Di contro, nei rari casi dove i millesimi dei proprietari privati erano superiori a quelli di Roma Capitale, ha dovuto accettare le deliberazioni della maggioranza dei proprietari privati quindi, ha dovuto saldare le sue quote.
Al fine di evitare tutto questo, con una “semplice” modifica, come è accaduto nel maggio 2022, allo Statuto di Risorse per Roma, non solo avrebbe potuto dire si alle varie proposte di adesione al Superbonus 110%, ma avrebbe anche risparmiato notevoli fondi in quei rarissimi casi in cui la maggioranza dei millesimi degli immobili era in mano ai privati, soccombendo alla scelta favorevole dei proprietari privati stessi.
Una pecca questa della politica che oltre a danneggiare i cittadini proprietari e non, dei vari appartamenti, ha avuto anche un esito nefasto per le casse del comune.
Cosa fanno i proprietari e gli assegnatari?
Nel mese di settembre vi sono state alcune riunioni in condomini misti del comprensorio di Via Cherso/Viale della Venezia Giulia tra Serenissima e Collatina, in cui le direttive del Comune di Roma, nonostante la Delibera, sono state ancora con un parere sfavorevole a deliberare per l’affidamento dei lavori col superbonus, questo perché nonostante la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 46-2022, sia esecutiva già da alcuni mesi non è stata implementata negli uffici.
È ora auspicabile, tanto più che si paventa il timore di crisi energetiche, che questi ostacoli siano superati completamente ed in breve tempo, applicando la Delibera 46, sia agli immobili totalmente ERP che a quelli misti.