Alcuni giorni fa, sul sito de “il caffè di Roma.it” è apparso un articolo che titolava così:
“Castellaccio, il mistero dell’Antico Ponte Romano scomparso”
Nei giorno a seguire il fatto denunciato dal noto settimanale, ha destato curiosità e perplessità, tant’é che sul tema è stata convocata la commissione Cultura del Municipio IX, la quale, ha affrontato il tema della sparizione di questo ponte.
“È la seconda volta che provo a convocare sul tema la commissione che presiedo, quella sulla cultura” ha dichiarato l’ex consigliera pentastellata Alessandra Tallarico, recentemente passata al gruppo misto e, proseguendo nel suo intervento, dice: “Il nostro compito, come ente di prossimità, è quello di far luce sulla vicenda e quindi seguiranno degli approfondimenti. Abbiamo deciso, su proposta del consigliere Cucunato (Lega), di predisporre un’interrogazione come Commissione al Presidente D’Innocenti. Ed è quello che faremo”.
Presente alla seduta L’Assessore alla Cultura del Municipio IX Carmela Lalli, che suggerisce ai consiglieri presenti in commissione di rivolgersi alla Sovrintendenza di Stato, l’organo deputato alla tutela dei beni archeologici.
Francesco Figliomeni, consigliere di Fratelli d’Italia e vice presidente dell’Assemblea Capitolina. in una nota giunta in redazione a tal proposito scrive:
“Abbiamo richiesto una commissione trasparenza urgentissima per acquisire tutto il carteggio e scoprire nel dettaglio cosa abbia portato all’abbattimento dell’antichissimo ponte imperiale risalente al 177 d.c. che si trovava in località Decimo-Castellaccio nel quartiere Eur-Torrino. Ponte del II secolo dopo Cristo su cui pendevano diversi vincoli di vari Enti oltre quello della Soprintendenza di Stato, a parte quello archeologico anche l’altissimo rischio idrogeologico, e che sembra si siano volatilizzati nel nulla dopo la richiesta del potentissimo gruppo bancario BNP Paribas.
Con la commissione e l’audizione di tutti i soggetti pubblici interessati, che purtroppo temiamo siano stati gravemente silenti e ciechi, cercheremo di capire le motivazioni che hanno portato al rilascio delle autorizzazioni per il progetto edilizio e che fine abbiano fatto i pezzi del pregiatissimo ponte abbattuto. Non vorremmo che ci fossero stati favoritismi perché non comprendiamo questo iter amministrativo “particolare” quando invece al semplice cittadino per conficcare un chiodo a casa viene richiesto di esibire montagne di carte. E ovviamente siamo pronti a denunciare alla magistratura eventuali illegittimità”.
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