Roma: Il Bike Sharing non ha mai funzionato, i fallimenti del progetto

Roma: Il Bike Sharing non ha mai funzionato, i fallimenti del progetto

La storia del BikeSharing è una storia di enormi fallimenti purtroppo. Una storia di continui approcci, spesso naufragati dopo pochi mesi o che hanno visto degli atti di grande vandalismo nei confronto delle biciclette.

Il primo re del Bike Sharing fu Valter Veltroni. A quel tempo, visto che la tecnologia nel 2008 non era ancora sviluppata come oggi, per attivare il servizio bisognava strisciare una tessera.
I gabbiotti turistici erano attivi e non come oggi che si presentano come fantasmi vuoti dimenticati nella città. La registrazione, aveva un costo di circa 30 euro , e necessitava di ricaricare la tessera per poter usufruire delle biciclette.

Visto la complessità del servizio, fu subito scoraggiante.

Il successore di Veltroni, fu il sindaco Alemanno, che si infilò anche lui nell’imbuto del Bike Sharing tagliando il contratto con l’azienda spagnola Cerusa.

L’intenzione del nuovo primo cittadino era infatti quella di puntare su una società pubblica, l’ATAC. Ma la nuova flotta capitolina, inizialmente dotata di 450 mezzi, è stata progressivamente depredata sempre dai vandali vedi sopra.

La tormentata storia d’amore tra la Capitale e le bici in modalità condivisa, ha conosciuto un’accelerazione durante la giunta Raggi. Con la Sindaca pentastellata, convinta sostenitrice della mobilità sostenibile, sono arrivati nuovi operatori. La amministrazione grillina, sulla scorta di quanto sperimentato anche in altre città italiane, ha deciso di puntare sul flow floating.

 

Niente stalli per le bici che i 5 stelle mettono a disposizione della Capitale. E così nel 2017 arrivano GobeeBike e O-Bike.

Gli ultimi capitoli della tormentata storia d’amore tra Roma e le bici in modalità sharing, è stata scritta da Jump Uber. Le e-bike, sembravano destinate a conquistare il cuore dei romani. O almeno così sembra.

La Capitale è la prima città a raggiungere i 100mila chilometri e nel momento di massimo splendore sulle sue strade circolano 2800 bici rosse a pedalata assistita

Nonostante il Coronavirus il servizio Biciclette ha continuato ad essere presente, ribassando inoltre le tariffe. Il nuovo accordo però tra Uber e Lime, attori principali della distribuzione delle biciclette a Roma, hanno cominciato a ritirare gran parte dei mezzi, richiamandoli ai propri magazzini.

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L’ultima grande resistenza è Helbiz. Ha tentato l’avventura portando, sul finire del 2019, 100 modelli di Greta: una bici a pedalata assistita che, con il passare dei mesi, è stata potenziata nella flotta.  Un aspetto tutt’altro che secondario visto che, solitamente, il servizio di sharing è stato destinato solo alle strade del centro cittadino.

In problema principale è che forse il prezzo è troppo alto. Pensiamo di non sbagliare nel ricordare le tariffe di attivazioni di un euro, e un minutaggio che porta 25 centesimi al minuto. Una bella somma destinate alle casse di Roma Capitale, alla quale forse, in origine, c’era il desiderio di renderlo un servizio più turistico che per i romani.

 
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