Roberto era un giovane eccezionale, onesto, serio e lavoratore. Si era fatto voler bene da tutti per la sua vena scherzosa e sorridente, fino a quando una mattina del 28 ottobre del 1994, la sua vita ed il suo sorriso vennero stroncati durante un tentativo di rapina nella gioielleria del padre in Via Prenestina all’altezza di Piazzale Prenestino.
Alcuni amici di Roberto, molti anni dopo, vollero ancora ricordarlo, coinvolgendo alcuni consiglieri del Municipio V (Belluzzo/Schiuma) che sollecitati e commossi per il tristissimo fatto, prepararono un atto. Così che il 10 ottobre 2019, in occasione della votazione della mozione per chiedere l’intitolazione di una targa nel Giardino di Largo Preneste in suo ricordo, intervennero commuovendo il Consiglio, alcuni dei suoi amici -di cui per privacy citiamo solo i nomi- Giovanni, Marco, ed altri, e nel loro intervento riuscirono a raccontare la persona di Roberto, ed anche il dolore che colse tutti alla notizia della sua morte ingiusta e violenta.
Furono giorni molto tristi per tutta la comunità di Largo Preneste e di Piazzale Prenestino. Fummo tutti profondamente scossi da questo episodio e per giorni e giorni non si parlava che di questo. Nel quartiere a nessuno veniva da ridere o scherzare, perché era morto un figlio ed un fratello; era stato ucciso un ragazzo perbene senza alcuna colpa.
Ai funerali di Roberto erano presenti, un fiume di persone, tutti volevano abbracciare e stringere la mano dei familiari, piangere con loro, infondere almeno un po’ di speranza con la propria presenza, perché il giorno della sua morte era stato un giorno troppo duro, in cui Caino aveva vinto di nuovo su Abele in questa Terra.
Oggi si parla spesso di intitolare piazze, aule, giardini, e tanto altro, di fronte alla morte ci inginocchiamo tutti ma. troppo spesso, le vittime inermi, persone perbene uccise mentre svolgono semplicemente il loro lavoro come Roberto, o che solamente si trovavano nel posto sbagliato al momento
sbagliato, quelle che per certi versi potremmo considerare le vittime inermi della violenza criminale, vengono sempre o quasi sempre dimenticate; come sta succedendo con Roberto.
Ricordiamo a tal proposito l’atto per richiedere la targa, auspicando che le Istituzioni lo riprendano e lo portino avanti. Parliamo della Mozione 25/2019 del Municipio V, che nonostante sia stata approvata a maggioranza dei presenti consiglieri in seduta di Consiglio, e malgrado due amministrazioni succedutesi, a tutt’oggi non ha ancora scaturito un posto dove mettere una targa per Roberto, un ragazzo perbene ucciso da dei balordi, solo perché lavorava, un ragazzo per bene e nessuno lo vuole nemmeno ricordare.
Perché? Forse perché siamo divenuti così insensibili a chi viene ucciso mentre semplicemente vive e compie il suo dovere? Perché questa società e la politica appaiono molto più interessati a prendere le difese di Caino, che a mettere anche solo una piccola targa in memoria di Abele?
” Ma cosa siamo diventati? Ma quale società lasceremo ai nostri figli e nipoti? ” dicono alcuni ricordando quel triste fatto di cronaca …
Gli amici di Roberto, gente del quartiere, non si rassegna all’oblio, che come una lama di coltello scava ancora nella ferita mai rimarginata del cuore, e vedono come una ulteriore violenza, ignorare ancora oggi la sua memoria.
È doveroso quindi ricordare un giovane cittadino residente del nostro territorio, che è stato ucciso mentre lavorava, mentre si comportava bene e come il figlio che tanti avrebbero voluto.
* in copertina immagine tratta dall’archivio del sito de ” L’Unità news “