Alla fine Matteo Renzi stacca la spina, il suo partito Italia Viva si sfila dalla maggioranza, annunciando il ritiro delle ministre Teresa Bellanova (Agricoltura) ed Elena Bonetti (Politiche della famiglia) e del sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto. Renzi lo ha detto nel pomeriggio, durante la conferenza che ha aperto ufficialmente la crisi, aggiungendo che non ci sono stati contatti con Conte. “Chi sa la fatica che si fa a dimettersi in politica sa che ci vuole grande coraggio e grande libertà e anche senso di responsabilità – dice Renzi -. È molto più difficile lasciare una poltrona che non aggrapparsi alla tenace ricerca dello status quo e tuttavia bisogna parlare con franchezza…..Viviamo una grande crisi –ha proseguito– che è innanzitutto pandemica, prima che politica. Anche oggi abbiamo avuto più di 500 morti. Davanti a questa crisi, il senso di responsabilità consiste innanzitutto nel cercare di risolvere i problemi, non nel nasconderli”. A prendersi la colpa della crisi, Renzi non ci sta. “Non è stata aperta da Italia viva –ha proseguito-, è aperta da mesi. Noi abbiamo detto: guardiamoci negli occhi e affrontiamo i problemi. Questa è la politica. Pensare di risolvere con un post è populismo e la politica richiede il rispetto delle liturgie della democrazia. Proprio perché c’è la pandemia occorre rispettare le regole democratiche. Se per far questo ci si deve dimettere, ci si dimette. Noi non abbiamo paura. Se Conte vuole un patto di legislatura, segua le regole della democrazia”. Renzi ha espresso fiducia nel presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ha ricordato che Italia Viva era al Governo per combattere sovranismi, populismi e la destra salviniana: “Noi non consegneremo i pieni poteri a nessuno”. “È irresponsabile non prendere i soldi del Mes per motivi ideologici. Comunque voteremo a favore dello scostamento di bilancio e il decreto ristori. Siamo pronti a dare una mano. Non siamo irresponsabili. Se c’è una crisi la si affronta non su Facebook ma nei tavoli politici. Se c’è da parlare, lo si fa in Parlamento, non in piazza con la gente che ti urla e ti fischia. Noi non saremo mai dei segnaposto. È una questione di stile. Se Conte viene in Parlamento, ci trova lì: a lui la scelta”. Renzi ha affermato anche di non avere “pregiudiziali su nomi o formule” per il prossimo Governo. Ha negato che ci siano, attualmente, ipotesi di accordo con la destra. “Non credo al voto –ha affermato– semplicemente perché non ci sono le condizioni in Parlamento per andare al voto. Si vota nel 2023 in Italia, in modo scientifico, regolare. Ma dovremmo preoccuparci dei posti di lavoro, di mettere risorse per i giovani”.