L’appello delle associazioni ambientaliste auspica che le commissioni parlamentari riprendano il loro lavoro, con una visione nuova e molto chiara. “Chiediamo che le Commissioni parlamentari –si legge nella nota- riprendano i lavori, anche ricorrendo ad attività in remoto, come stanno facendo tante aziende e istituzioni del Paese, incluse quelle dell’Istruzione e dell’Università, che in questo modo permettono a tutti noi di avere beni e servizi di prima necessità”. Così l’appello ai presidenti delle Commissioni permanenti della Camera e del Senato, firmato da: Marevivo – presidente Rosalba Giugni; Accademia Kronos – presidente Franco Floris; Cetri-Tires Circolo Europeo Per la Terza Rivoluzione Industriale – presidente Angelo Consoli; Conisma – presidente Antonio Mazzola; Fise Unicircular – presidente Andrea Fluttero; Fondazione Symbola – presidente Ermete Realacci; Fondazione Univerde – presidente Alfonso Pecoraro Scanio; Greenpeace Italia – direttore esecutivo Giuseppe Onufrio; Italia Nostra – presidente Ebe Giacometti; Kyoto Club – presidente Catia Bastioli; Lav – presidente Gianluca Felicetti; Legambiente – presidente Stefano Ciafani; Lipu – Birdlife Italia – presidente Aldo Verner; Stazione Zoologica Anton Dohrn – presidente Roberto Danovaro; Università UniCamillus – Rettore Gianni Profita; Wwf Italia – presidente Donatella Bianchi. “Il Paese deve ripartire nel modo giusto –continua l’appello- realizzando la sostenibilità enunciata nei programmi dei governi nazionale ed europeo (il Green Deal) per la prosperità delle aziende e del Paese, mettendo al primo posto la salute ambientale e umana, come prerequisito per un sano sviluppo economico. Il sistema delle aziende ‘green’ italiane, leader a livello europeo è pronto a dare il proprio contributo a queste auspicabili scelte politiche. Questo è il momento di innescare un nuovo inizio rispettoso della salute dell’ambiente, umana e degli animali. Ci siamo illusi di poter essere sani in un mondo malato’ queste le parole di un grande uomo del nostro tempo, Papa Francesco. Occorre ripensare le priorità a cui far fronte e ridisegnare, con opportune leggi e scelte politiche, un sistema di produzione e consumo più sano e sostenibile. I paradigmi del passato hanno fallito, occorre disegnarne altri. Con le dovute precauzioni per la salute dei parlamentari e di chi lavora con loro, chiediamo che le Commissioni continuino il loro corso: è indispensabile che il cuore pulsante della democrazia nel nostro Paese non si fermi. La pandemia miete un numero di vittime enorme nelle aree sovrappopolate ed inquinate, come le Regioni del Nord Italia produttivo, la Cina, l’India e ora New York, tutte caratterizzate da alti tassi di inquinamento -si legge- E’ provato che l’inquinamento atmosferico è un fattore di rischio nelle malattie respiratorie ed è difficile pensare che sia solo un caso quando il maggior numero di morti di questa pandemia è in zone dove anche in periodi ordinari tutto si deve fermare, periodicamente, per l’inquinamento atmosferico. L’emergenza sanitaria “ci deve far riflettere su quanto l’alterazione degli ecosistemi e la sottrazione di habitat naturali alle specie selvatiche può favorire il diffondersi di patogeni prima sconosciuti. Per il bene e la salute di tutta l’umanità bisogna, quindi, riprendere con la massima urgenza le leggi che possono far fronte all’emergenza ambientale, oramai planetaria e non più trascurabile. Occorre che siano approvate leggi sui Cambiamenti Climatici, l’Economia circolare e la difesa della biodiversità negli habitat terrestri e marini temi posti all’attenzione dei parlamentari e che aspettano un’urgentissima risposta. Ci auguriamo –concludono i firmatari dell’appello- che questo appello di ambientalisti e cittadini, basato su quanto predicato dalla comunità scientifica, sia ascoltato e che i nostri rappresentanti in Parlamento si rimettano a lavorare con ancora più lena per dare giuste risposte a queste emergenze che non sono più prorogabili e quindi consentire la prosperità della specie umana sulla Terra”.