Il percorso è già iniziato da mesi ed è stato spiegato in questa occasione con la presenza di diverse personalità non solo del territorio.
Presenti in sala: il Vescovo Monsignor Benoni, segretario della Commissione Episcopale per le migrazioni presentato simpaticamente come “Don Ben” ;l’Assessore alle politiche sociali di Roma Barbara Funari presente in rappresentanza del Sindaco Gualtieri; l’Assessore municipale alle politiche sociali Romano Amato che è stato anche il mediatore dell’evento; il Direttore del VI Municipio Luca Di Maio; il Presidente del VI Municipio Nicola Franco e il Presidente dell’Associazione XXI Luglio Carlo Stasolla, associazione alla quale è stato conferito il mandato per le azioni di coordinamento del PAL.
La commissione europea ha adottato un piano decennale indirizzato al superamento delle comunità Rom e Sinti, questo identifica una serie di azioni che gli Stati membri devono attuare al fine di perseguire gli obiettivi per l’inclusione di queste “Comunità” nell’Unione Europea.
La giunta capitolina ha preso spunto da questa direttiva ed ha coinvolto tutti i municipi interessati per trovare soluzioni. Il VI Municipio ha colto subito l’iniziativa ed ha coinvolto diversi soggetti che stanno lavorando ed aiutando gratuitamente questo piano di zona.
IL PROGETTO
Il progetto di azione locale è suddiviso in sei fasi, due sono state effettuate: il censimento insieme alle interviste degli abitanti del campo Salone, e la creazione di gruppi di azione locale che stanno studiando le possibili soluzioni da inserire nel programma.
Si punta sulla scolarizzazione, sulla formazione lavoro, sulla sanità, sulla reintegrazione in tutti i sensi. La maggior parte dei Rom oggi hanno l’età media di 25 anni, una generazione di giovani che se viene subito aiutata potrà cambiare. Fare in modo che capiscano le regole, e che si garantiscano i loro diritti ma anche che i loro doveri vengano svolti.
Il Presidente Nicola Franco ha anche dichiarato che la parola “Superamento del Villaggio” è un termine morbido che è stato utilizzato ma che in realtà il Municipio vuole la chiusura di quel campo e di tutti gli altri. Quello di via Salone è stato il primo a formarsi a Roma e se si riesce a farlo essere il primo anche a chiudere potrebbe essere l’esempio per gli altri campi nella capitale, si vorrebbe che tutti i Rom riescano ad integrarsi nella popolazione.
Tra i presenti in sala abbiamo preso anche la dichiarazione di Najo Adžović, Presidente dell’Associazione “Nuova Vita, figli di uno stesso padre”, già delegato del Sindaco di Roma (2008-2013) per la comunità Rom:
” Il progetto di superamento del “Campo Rom di Salone” come da programma dell’associazione XXI Luglio, sembra essere l’unica strada percorribile per migliorarlo in attesa del superamento stesso e verso l’integrazione sociale delle famiglie che oggi si trovano in uno dei più grandi accampamenti di Roma.
A mio avviso, l’abbandono in cui versa questo campo e anche gli altri presenti sul territorio romano, fa pensare che non ci sta una vera volontà da parte dell’Amministrazione Capitolina per trovare una collocazione sociale delle famiglie della nostra etnia.
La soluzione per poter attuare il progetto, a mio avviso, sta nell’ascolto. Ascolto famiglia per famiglia, trovando di volta in volta una soluzione. Sicuramente questo è un percorso lungo, ma vincente e permetterebbe di mettere la parola “FINE” a questo vergognoso disagio che si è creato fra i cittadini romani e i “miei fratelli” Rom.
Questo però non deve essere un favorire a senso unico i Rom, ad esempio per l’attribuzione delle case. Questa operazione deve essere fatta con equità, rispettando le date di presentazione delle domande e, nello stesso tempo, senza ammucchiare in un unico stabile solo Rom o solo cittadini romani; nel primo caso, il “campo” passerebbe da sviluppo orizzontale a sviluppo verticale …
E per finire, si DEVE mettere fine all’illegalità con la LEGALITÀ. Nei Campi Rom abbiamo bisogno che lo STATO SIA PRESENTE e pronto ad intervenire con forza e determinazione per ELIMINARE LE ILLEGALITÀ che vengono perpetrate da POCHI LOSCHI INDIVIDUI che usano questi insediamenti per le loro attività criminose e che spesso costringono anche la povera gente, inerme, a divenire anche loro criminali. ”
Sul palco anche altri avevano toccato questo fatto, il Vescovo Monsignor Benoni aveva terminato il suo intervento dicendo che fare qualcosa per aiutare l’itinerario della vita è importante, ogni piccola cosa che si riuscirà a fare diventerà poi una grande cosa per tutti.
Anche il PAL ha identificato tre momenti chiave per il superamento del “Villaggio” di Salone: Attesa, Decollo e Atterraggio; una specie di metafora del volo aereo che diretti da una torre di controllo per portare a terra l’aereo deve fare specifiche azioni.
L’Attesa:
è la fase propedeutica che aiuterà la fuoriuscita di ogni famiglia dall’insediamento odierno. Ha come obiettivo quello di diminuire le conseguenze che vengono dalle condizioni igienico-sanitarie e dalla lontananza dal tessuto urbano del “villaggio”, tutto per garantire più dignità allo spazio del campo.
Il Decollo:
farà parte della fase della fuoriuscita di ogni famiglia dall’insediamento attraverso un approccio integrato, l’obiettivo sarà il creare le migliori condizioni per l’uscita.
L’Atterraggio:
sarà la fase della sostenibilità nel particolare percorso di inserimento abitativo altrove. Un intervento mirato nei primi sei mesi nella nuova abitazione e come scopo c’è anche quello di sostenere le famiglie al fine di garantire la durata dell’intervento e prevenire situazioni di criticità nel nuovo contesto.
Questo progetto oltre a sembrare attuabile ha un’altra buona situazione, infatti le spese previste per gli interventi sono state riepilogate su una tabella e si è arrivati a poco meno di un milione di Euro, quando precedentemente, con i tentativi non andati a buon fine, si era arrivati a più di quattro milioni e quattrocento mila Euro.
La Conferenza è terminata con la premiazione dei 12 ragazzi che hanno partecipato al concorso fotografico “Fabrizia Mascolo” curato dai volontari dell’Associazione XXI Luglio e dagli Amici di Fabrizia, una appassionata della fotografia che lo scorso 21 luglio è venuta a mancare e proprio il suo nome è stato dato alla mostra fotografica in suo onore e memoria, come anche il nominativo dell’Associazione in questione che così ricorderà sempre la data della sua partenza. Il corso è stato tenuto da Mel Zohar.
L’ Assessore Barbara Funari e gli altri presenti sul palco hanno poi premiato con delle “Green Card” tutti i ragazzi Rom che hanno terminato il corso con vero piacere ed entusiasmo, soldi che potranno utilizzare nei negozi del centro commerciale di Roma Est.
In più la nota agenzia fotografica “Il Contrasto”, con la loro direttrice Giulia Tornari, ha designato i tre vincitori dei giovani artisti: Anita arrivata terza, Francesco secondo e Vanessa prima.
I ragazzi hanno esposto le loro opere sia sul palco che nella sala per dare modo all’evento di terminare come mostra fotografica della propria “vita” esposta agli occhi dei partecipanti.
Di seguito alcuni scatti della mostra