Che Facebook applicasse una politica di interesse non era un mistero, ma che si arrivasse alla censura più becera non ci vorremmo mai credere.
Invece è misteriosamente scomparso il profilo di Giuseppe De Donno, il pneumologo che sponsorizzava la cura al plasma.
De Donno sul suo profilo e anche su trasmissioni televisive nazionali aveva sostenuto la cura del Covid-19 con il plasma prelevato dai guariti.
Una cura che si sarebbe rivelata efficace e che avrebbe reso inutile la sperimentazione per sintetizzare un vaccino.
“Il plasma iperimmune ci ha permesso di migliorare ancora di più i nostri risultati. È democratico. Del popolo. Per il popolo. Nessun intermediario. Nessun interesse. Solo tanto studio e dedizione. Soprattutto è sicuro. Nessun evento avverso. Nessun effetto collaterale”.
Aveva scritto lo pneumologo sul suo profilo, in contrasto con Roberto Burioni che invece asserisce sia un procedimento costoso e difficile da preparare.
Del caso si erano interessati anche i NAS di Mantova, che si erano recati all’ospedale Carlo Poma per richiedere informazioni a seguito della guarigione di una donna incinta curata con plasma.
La cura era stata effettuata senza nessun protocollo, ma in ambito “compassionevole”, secondo la Direzione Generale dell’Asst di Mantova.