Nella trasmissione di RaiUno La vita in diretta, una dichiarazione di un testimone che ha assistito all’incidente di Casal Palocco dove ha perso la vita un bambino di 5 anni è a dir poco sconvolgente. Uno dei ragazzi a bordo della Lamborghini Urus avrebbe cercato di tranquillizzarlo dicendogli che avrebbero dato un sacco di soldi alla famiglia e tutto si sarebbe sistemato…
Un’affermazione cinica
Gli youtuber stavano portando avanti una challenge che prevedeva la permanenza nell’auto per 50 ore. Ancora non sarebbe chiaro se al momento dell’impatto stessero registrando il video. Dei testimoni però affermano che in seguito all’incidente uno di loro aveva in mano lo smartphone per riprendere in video l’accaduto. Altri testimoni hanno raccontato che dopo l’impatto i ragazzi erano tranquilli e addirittura strafottenti.
Emblematico il racconto di Fabio, che ha assistito al tragico incidente. “Mi si è avvicinato uno dei 5 occupanti della Lamborghini e per rasserenarmi dal mio stato di sconvolgimento mi ha detto: Tranquillizzati, daremo un sacco di soldi alla famiglia e sistemiamo tutto”. Questo ha raccontato ai microfoni della trasmissione tv il signor Fabio, aggiungendo: “non so proprio più che dire…”.
Il denaro può comprare tutto, davvero?
E’ difficile valutare se le parole del giovane siano state spese per tranquillizzare il testimone evidentemente sconvolto, o se siano frutto di un atteggiamento presuntuoso e menefreghista.
Tutti i testimoni comunque hanno detto che l’auto dei giovani viaggiava a forte velocità malgrado in quel tratto la velocità massima è indicata a 30 km/h. Gli youtuber invece affermano che sia stata l’auto in cui si trovava il piccolo Manuel ad aver effettuato una manovra azzardata.
Una residente ha raccontato di aver visto sfrecciare l’auto coi youtuber e si era chiesta come mai dei ragazzi giovani potessero guidare un’auto simile. Un benzinaio ha ricordato i momenti precedenti allo schianto: “La strada era stranamente libera, ho sentito la “sgasata” quando hanno superato la rotatoria e poi il botto”.
Ora i ragazzi hanno chiuso il canale Youtube delle loro imprese e si dicono pentiti e dispiaciuti per l’accaduto.