Joe Biden molla ogni pudore diplomatico e dice che il suo omologo russo “è un criminale di guerra”. Stessa considerazione arriva dalla ministra degli Esteri britannica, Liz Truss. Via così snocciolando dichiarazioni in varie latitudini c’è un bel coro di personalità istituzionali che puntano il dito contro “le azioni criminali” della guerra di Vladimir Putin. Intanto lui, “l’ultimo zar” cita la Bibbia nei suoi discorsi…
Accuse
Pagherà per le sue azioni dicono da più parti. Perfino in patria c’è chi lo vede come un “criminale” responsabile della morte di donne e bambini. Ma chi potrà portare Putin a guerra finita sul banco degli imputati e chi dovrebbe giudicarlo è ancora piuttosto confuso e controverso. In molti affermano che abbia violato leggi e convenzioni internazionali. Altri ancora non vogliono che restino impunite azioni di guerra verso obbiettivi civili, come il teatro di Mariupol o come l’uso di armi chimiche o biologiche.
Tutte cose che (se fosse provata la sua responsabilità per aver ordinato o anche semplicemente per non aver impedito di procedere), peserebbero molto sulla sua persona.
Quale tribunale
Il “Giudizio” su Putin dovrebbe seguire la logica legale della responsabilità del comando. Ci sarebbe quindi il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, che è appunto l’organismo competente per i crimini di guerra e contro l’umanità. Solo che né la Russia, né gli Usa, riconoscono la Corte Penale Internazionale, non avendo mai ratificato il trattato. Quindi non potrebbe essere l’Aja a giudicare eventualmente il capo di Stato russo.
Un’altra via di “Giudizio” può essere quella della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, che (per l’occasione) assolverebbe il compito di Tribunale Internazionale. In passato tale opzione fu messa in pratica per le accuse di genocidio in Ruanda e anche per i crimini nella ex Jugoslavia.
Per portare in “Giudizio” Putin infine, si potrebbe dar vita ad un Tribunale Internazionale ma costituito da un gruppo di Paesi come quelli della Nato. Un po’ come è successo per il Tribunale contro i crimini del nazismo della seconda guerra mondiale e della Shoah, istituito con un accordo Usa, Urss e Regno Unito.
Il presidente russo potrebbe inoltre essere giudicato dai singoli Stati, sulla base del proprio ordinamento. E alcuni Stati hanno già avviato le inchieste, come ad esempio la Germania dove vige la legge nazionale per la persecuzione dei crimini di guerra.
Preoccupazioni premature ma fine già scritta
Tutti problemi ancora prematuri da trattare perché ancora la guerra è in essere, e bisogna attendere di apporre la parola fine al conflitto prima di innescare qualsiasi processo di giudizio. Ma il fatto che siano in parecchi a parlarne e porsi il problema indica inequivocabilmente che è già stata tracciata la linea che determinerà la fine di Vladimir Putin (che vinca o che perda).