Le interviste esclusive de
“Una delle priorità del nuovo governo deve essere la sanità pubblica ed in particolare la riduzione dei tempi di attesa per visite ed accertamenti strumentali o analisi.”
Esordisce così il già Senatore Domenico Scilipoti Isgrò in una nota che ci ha inviato in redazione e che in seguito gentilmente si è offerto di commentare rispondendo a qualche nostra domanda.
Prima di andare avanti però, conosciamolo:
Laureato in medicina e chirurgia specializzato in ginecologia ed ostetricia, attualmente svolge la sua attività professionale presso L’ASP Messina, già consulente all’Assessorato Sanità della Regione Sicilia e Presidente di Unione Cristiana.
Molteplici i ruoli e le posizioni occupate con prestigio nel corso della sua carriera, dall’esperienza Editoriale in cui lo ha visto essere direttore responsabile di un giornale medico scientifico a docente e responsabile scientifico di molti corsi del settore. Fra le esperienze maturate ci sta anche la politica, che lo ha visto, anche qui, impegnato in molti ruoli, fra cui quello di vice sindaco e in fasi successive, di assessore nel suo paese di residenza. Nel 2008 viene eletto Deputato della Camera dei Deputati e nel 2013 Senatore della Repubblica. Insomma, un curriculum di eccellenza e di prestigio, visto anche i tantissimi riconoscimenti nazionali ed internazionali che ha avuto e ottenuto, oltre alle pubblicazioni fatte.
Ma torniamo alla nota di cui sopra in cui il Senatore continua scrivendo:
“Condivido inoltre il disagio dei medici di base il cui lavoro è divenuto insostenibile e poco remunerativo. Apprezzo e sottoscrivo quanto affermato in una interessante intervista al Quotidiano di Bari dal Presidente Nazionale dell’Ordine dei Medici dottor Anelli secondo il quale nel giro di due anni senza interventi urgenti il Servizio Sanitario Nazionale rischia il collasso con l’attuazione del sistema americano delle assicurazioni a tutto vantaggio della sanità privata e svantaggio dei non abbienti. Il governo si muova.“
Senatore, oggi la Sanità è gestita dalle Regioni, cosa ne pensa di un ritorno al passato, ovvero un ritorno al “controllo statale” ?
« Il problema non sta in chi la gestisce, che sia Nazionale o Regionale, sicuramente però, deve essere gestita in modo diverso.
L’Italia ha una carenza di strutture sanitarie territoriali, e ne abbiamo pagato le conseguenze con la problematica che riguarda il COVID. Le strutture esistono sul territorio, ma non funzionano. Le Strutture di supporto funzionano molto male; le continuità assistenziali vanno riviste; i 118 ed i pronto soccorso dovrebbero essere messi in condizioni di operare veramente. Se si riuscisse a far funzionare questa macchina metteremmo in opera sul territorio nazionale 15/20 mila medici, che in questo momento non lavorano a pieno regime. Poi, se adottassimo anche un sistema di telemedicina, aggiungendoci tutto il servizio informatico, avremmo un miglioramento della medicina territoriale almeno del 60/70%. Serve inoltre accelerare tutti quelli che sono gli interventi di sanità pubblica che molte volte vengono bloccati. Il cittadino che ha necessità di fare un esame deve aspettare due, tre o quattro mesi … e questo è impossibile. A questo punto, è urgente capire quale sarà la strategia che vorrà adottare il Governo Nazionale.
A tal proposito, quindi, è necessario varare una riforma, non a parole ma nei fatti e riportare la Sanità Pubblica a quella di una volta, che funzionava benissimo e dava risposte valide intervenendo concretamente, in modo particolare, per quelle classi medio basse che hanno più difficoltà.
Poi ci sta la figura del medico di famiglia, che va rivista e va fatta funzionare in modo diverso. Certamente un incremento dal punto di vista finanziario serve, ma questo servizio dovrebbe essere diverso da quello che è ora; questo è il problema. A questo proposito è necessario affrontare il problema con serietà e competenza e far uscire dalla mentalità che la sanità nazionale non è produttività, ma è dare assistenza alla gente che ha necessità dei servizi. »
Spesso quando prenoti un esame strumentale, se lo fai attraverso i canali regionali, ti danno un appuntamento a tre, quattro o più mesi, mentre se vai privatamente sempre nella stessa struttura pubblica, l’appuntamento lo hai nel giro di pochi giorni.
A tal proposito, come vede questo utilizzare le apparecchiature acquistate con soldi pubblici essere utilizzate per usi privati?
« Qui ci sta da capire quali sono le direttive. Chi opera nel servizio della sanità pubblica deve operare in modo concreto e reale e non può essere nello stesso tempo pubblico e privato in quanto molti avrebbero interesse a far funzionare il privato e non il pubblico, e questo è sbagliato. C’è da rivedere tutto, e tutto significa anche la strategia politica, e l’obiettivo della politica dovrebbe essere quello di tutelare le strutture sanitarie pubbliche, e non incentivare, con la scusante che il SSN non ce la fa più, a rivolgersi al privato. Questo è completamente sbagliato. Pertanto, è necessario capire quello che concretamente e realmente vogliamo fare. Certo, non può essere la singola voce del Senatore Scilipoti Isgrò, ma è una impostazione politica ed una progettualità nel campo della sanità che si deve dare a favore del pubblico e non del privato. Se effettivamente si comincia a ragionare in questi termini allora nel giro di qualche anno potremmo riportare il SSN ad un modello come era prima che era effettivamente efficace e funzionava. Torniamo sempre li, è necessario capire qual è la strategia, cosa ci sta dietro, quali sono gli obiettivi, come si opera, insomma, tutte queste cose … »
Ringraziamo il Sen. Domenico Scilipoti Isgrò per la sua disponibilità sicuri di poter trattare ancora con lui argomenti di importanza nazionale.