Senso civico , segnalare le anomalie, un “obbligo di civiltà”

Nel mese appena passato in strada e nei gruppi di Tor Pignattara, oltre agli annosi problemi di pulizia e del gran numero di rifiuti ingombranti che continuano a crescere e non trovano soluzione, sono stati messi in evidenza un paio di problemi:  le macchine abbandonate e il gran numero di senzatetto che girovagano per le strade del quartiere.

Vetture abbandonate

Fra le azioni reputate “obbligo di civiltà” ci stanno quelle della segnalazione di problemi, pericoli, illeciti -anche se solo presunti- Questo fare è sicuramente positivo ed aiuta a far si che chi gestisce, non potendo dare la presenza che ci vorrebbe -risorse economiche ed umane non adeguate nel numero rispetto alle reali  esigenze-  possa far sempre meglio il proprio dovere a tutela dei vari aspetti.

Nel caso dei veicoli abbandonati, la segnalazione può servire per individuare veicoli rubati, ma anche altro. Di una cosa però non si tiene conto e qui sta il dramma, ovvero il fatto che in un periodo economicamente così pesante per tutti -per qualcuno ancor di più- alcune di queste vetture possano essere lasciate li, apparentemente abbandonate, semplicemente perché il proprietario/a non ha soldi per pagare bollo ed assicurazione non potendo, di fatto, utilizzarle. Questo però non deve essere motivo per non fare segnalazioni. Mai! L’illecito o il presunto tale va sempre denunciato.

Senzatetto

L’altro problema, i “senzatetto” o per meglio dire sbandati o povere persone con problemi che girovagano per il quartiere senza meta, o semplicemente ciondolano per strada ubriachi o buttati a terra in ogni dove, lasciano in giro bottiglie, indumenti od oggetti vari recuperati nei cassonetti o peggio che mai che defecano od urinano per strada o addirittura sulle maniglie delle portiere, incuranti dei passanti. Questa non è impellenza di un bisogno fisiologico, ma dispetto vandalico vero e proprio.

Questo problema affligge molti cittadini. Chi condanna e chi giustifica. Ovviamente ci sono sempre i casi “particolari“, come quelli denunciati e raccontati da Romatoday a fine marzo, relativamente ad un ragazzo di 22 anni originario della Guinea.

«Ci siamo mossi su più fronti: la Sala operativa sociale, il V municipio, la Asl, il 118 , il Nae (Nucleo assistenza emarginati) della Polizia locale. Ma alla fine siamo sempre allo stesso punto: quel ragazzo è tornato a vivere per strada». Scrive nell’articolo la collega del noto giornale.

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Oppure come “Mustafà”, di cui abbiamo avuto modo di parlare nel nostro giornale e che su via di Tor Pignattara fa drizzare i capelli a molti. È stato arrestato e poi portato in un centro di recupero, poi è stato allontanato dal quartiere ed infine è stato mandato in un centro a Torino. Ora … è tornato!

Sicuramente Mustafà ed il 22enne guineano sono persone da aiutare, ma si vogliono far aiutare? O meglio, la domanda giusta sarebbe:  viste le loro “instabilità”, i cittadini cosa possono fare di concreto oltre a continuare a segnalare e/o a litigare?

La Sos è intervenuta e lo fa altrettanto sicuramente tutt’ora, facendo quello che può, ma a parte le dichiarazioni di politici o altri, si potrebbe agire anche senza il loro consenso, permettendo così a chi di dovere di occuparsi di queste povere persone?


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