Il fenomeno definito sextortion altro non è che un reato di estorsione che usa come veicolo il ricatto del comportamento sessuale. Sono molte le persone che negli anni di diffusione delle chat e videochat, sono incappati in questa pratica. Negli ultimi tempi l’asticella dell’età delle vittime è scesa molto e ad essere presi di mira sono per lo più i giovanissimi. La media vede la fascia 15-17 anni come la più colpita, ma si parla anche di ragazzini ancora più giovani che restano invischiati in questo meschino ricatto sessuale.
Un meccanismo facile e perverso
Dopo l’esperienza erotica, la vittima viene informata che il video o le sue foto che ha inviato saranno diffuse a parenti e amici. Per evitare ciò non c’è che da pagare! Il ricatto è scattato e l’ignaro “giocatore” si trova nella condizione di subire lo sputtanamento con la moglie i figli, i colleghi di lavoro, gli amici… Sembra che non ci sia via d’uscita, non resta che subire il ricatto, pagare e sperare che finisca lì. (Ma sarebbe più ovvio denunciare).
Il nuovo serbatoio di vittime
Forse complice la pandemia che ha costretto in casa giovani e giovanissimi, forse il bombardamento sessuale che costantemente “subiamo” dai media, ma i dati indicano che l’età delle vittime di sextortion si è molto abbassata. I giovanissimi sono ovviamente più fragili, curiosi, inesperti e anche meno smaliziati degli adulti, per questa ragione è più facile che cadano nella trappola. C’è poi da considerare che la paura e la vergogna che i propri contatti vedano certe “loro immagini particolari” li terrorizza, e così finiscono col cedere al ricatto. Difficilmente i ragazzini presi di mira si rivolgono ai genitori, proprio per la vergogna che provano. Ancora più difficile è sperare che si rivolgano alle Autorità, perché pensano che probabilmente le famiglie ne sarebbero messe al corrente. L’unica arma è l’informazione e chiunque sia deputato all’educazione dei ragazzi, è bene che si attivi anche in questa fase.
La Polizia postale dà alcuni suggerimenti
Molti casi finiscono tuttavia sulle scrivanie degli agenti di polizia postale e molti estorsori vengono identificati. Il fenomeno è riconosciuto ufficialmente e viene combattuto dagli esperti della Postale, ma occorre che la platea delle possibili vittime adotti regole e comportamenti per proteggersi.
Il suggerimento principale è di non cedere al ricatto, non pagare. Perché una volta iniziato non è detto che non arrivino altre richieste. Si deve superare la vergogna, meglio raccontare cosa sta succedendo e tenere a mente che aver condiviso immagini sessuali non è di per sé un reato, ma solo una curiosità comprensibile dovuta alla giovane età.
La polizia consiglia anche di non cancellare i messaggi o i profili usati per chattare e anzi provvedere a fare degli screenshot delle minacce subite. Un ragazzo che abbia già compiuto i 14 anni poi, può anche sporgere denuncia autonomamente.
Vittime eccellenti
Foto: seduzioneattrazione.com – stateofmind.it – ligurianotizie.it