Si di Bruxelles all’ingresso in Ue di Ucraina e Moldavia

La Commissione europea ha dato l’assenso alla candidatura nella Ue per l’Ucraina e la Moldavia e a breve ai due Paesi si potrebbe aggiungere la Georgia. Ora il prossimo passo spetta agli Stati membri che si riuniranno la prossima settimana, il 23 e 24 giugno, in occasione del vertice di Bruxelles.

Con la visita dei leader di Germania, Francia e Italia a Kiev, i tre Paesi hanno di fatto promosso l’adesione dell’Ucraina che al momento è forte di un accordo di associazione con l’Unione europea.
La Commissione Ue ha inoltre espresso un giudizio simile anche per la Moldavia. Per la candidatura della Georgia invece permarrebbero ancora alcuni punti da affinare.

Le difficoltà per la Georgia

Per Kiev e Chisinau la Commissione raccomanda la concessione dello “status di candidato” ma pone delle condizioni: “dovranno essere prese delle misure in alcune aree del Paese”. Per Tsibilisi invece i tempi non sarebbero ancora maturi. Lo status di Paese candidato avverrà solo un volta che saranno espletate una serie di priorità. Questo quindi mette il Paese in condizione di dover attendere ancora rispetto a Ucraina e Moldavia. Anche se la volontà finale che si prefigge la Ue è appunto quella dell’annessione anche per la Georgia.

Le condizioni della Ue

I “paletti” che pone ancora l’Europa a Ucraina e Moldavia sono fondamentalmente dei passaggi indispensabili per la decisione di Bruxelles. I 27 Stati membri, nei giorni scorsi, non sono arrivati ad una linea unanime sulle annessioni. La divisione verrebbe superata col compromesso di una serie di condizioni preventive che entrambi i Paesi dovrebbero soddisfare.
L’ungherese Oliver Varhelyi, il commissario Ue all’Allargamento, ha precisato: “I nostri Paesi partner devono già iniziare a lavorare per realizzare le riforme chiave delineate nella nostra raccomandazione. Questo è fondamentale per il consenso a Ucraina, Moldavia e Georgia sul ​​loro percorso verso la Ue”.

Ucraina

Per Kiev le misure da soddisfare sono una serie di norme già in agenda al governo: riforma della Giustizia, legge anti-oligarchi, lotta a corruzione e riciclaggio, tutela delle minoranze e pluralismo mediatico. Tutti elementi che al momento non rifletterebbe lo spirito dell’Unione europea e perciò vanno rimodulati.

Se al vertice di Bruxelles di giovedì 23 e venerdì 24 giugno si dovesse arrivare all’ok, Ucraina, Moldavia e Georgia inizierebbero un percorso che potrebbe durare 7 anni, prima dell’adesione vera e propria all’Ue. Ma ormai il passo sarebbe compiuto e il tempo sarebbe a quel punto solo un elemento secondario e fisiologico.