Questa sofferta decisione presa, in piena sintonia, dal Parroco don Gianni Macali, dal Sindaco Mario Felli e dal Prefetto di Frosinone,è stata determinata dall’emergenza pandemica del Coronavirus.
Il vescovo diocesano mons. Lorenzo Loppa celebrerà una Santa Messa, nella Collegiata Santa Maria Assunta, come da tradizione ultracentenaria, il lunedì dopo la Pentecoste (1° Giugno 2020), questa volta in assenza dei fedeli i quali potranno seguirla da casa, in quanto tale celebrazione andrà in diretta in streaming e in tv.
Al termine della Santa Messa tutte le campane delle chiese di Piglio suoneranno a festa.
La presenza di Mons. Loppa è sempre un evento che richiama tutti alla fede, alla testimonianza, alla gioia di appartenere a Gesù ed alla sua Chiesa, per diventare continuamente veri credenti che amano, comprendono e vivono il Vangelo. Fin qui la notizia.
Un po’ di storia
Dal 2018 i festeggiamenti in onore della Madonna delle Rose coincidono con la celebrazione della “ Beata Vergine Maria Madre della Chiesa”istituita da papa Francesco al fine di promuovere “la crescita del senso materno della Chiesa nei Pastori, nei religiosi e nei fedeli, come anche nella genuina pietà mariana”.
Papa Francesco, infatti, è molto devoto della Madonna e tale celebrazione sarà obbligatoria per tutta la chiesa di rito romano.
A Piglio, invece, già da due secoli si festeggia la Madonna delle Rose il Lunedì della Pentecoste.
Due sono, infatti, le feste che il popolo pigliese dedica alla sua compatrona: il 30 Ottobre, in ricorrenza della liberazione della peste del 1656 e il lunedì della Pentecoste.
Questa iniziativa del Santo Padre coincide con il decreto emesso il 5 settembre 1827 dalla Congregazione dei Riti che concesse alla Madonna delle Rose il rito doppio maggiore su richiesta del Preposto Don Vincenzo Bonacci.
Il Bonacci chiese ed ottenne dal papa Leone XII, per sette anni, l’indulgenza plenaria per coloro che avessero visitato la chiesa della Madonna delle Rose nel giorno della sua festa dopo Pentecoste e nelle domeniche di maggio.
Tale indulgenza venne prorogata dal papa Gregorio XVI in data 26 aprile 1834 per altri sette anni.
A cura di
Giorgio Alessandro Pacetti