Sicurezza: “non si può parlare di sicurezza senza attuare politiche sociali adeguate”

Francesco Figliomeni

Incontriamo l’Avv. Francesco Figliomeni (Resp. Naz. delle politiche sociali di Fratelli d’Italia) e gli abbiamo chiesto di fare, in base alla sua esperienza professionale e politica, una riflessione su questo spinoso argomento molto discusso e  discutibile e che in molti casi angoscia i cittadini … “ La Sicurezza! ”

“ Sulla sicurezza si è molto discusso in questi anni, dentro e fuori i confini del nostro Paese in quanto è uno dei temi su cui si vincono e si perdono le elezioni. Preliminarmente vorrei soffermarmi sul fatto che nelle città italiane e, nello specifico, nella città di Roma si stanno moltiplicando le cause di insicurezza; cause che si possono rinvenire tanto in condotte criminali quanto in comportamenti di inciviltà; tanto in situazioni di disagio sociale quanto nella difficile convivenza tra i diversi gruppi sociali e tanto in fenomeni di degrado urbano.

Lo vediamo in questi ultimi mesi con aggressioni notturne a calciatori professionisti, con episodi di violenza sessuale e di rapine.

Episodi che spesso sono compiuti da giovanissimi e questo lascia veramente l’amaro in bocca. Tutto ciò dovrebbe spingere ognuno di noi a riflettere sul fatto che stia cambiando la portata del problema ossia, non solo più prevenzione e repressione dei reati, ma vi è bisogno soprattutto di promozione e garanzie di migliori condizioni di vivibilità.

È necessario sempre più l’integrazione delle politiche per la sicurezza con altri tipi di politiche quali ad esempio la pianificazione urbanistica, prevedendo dei luoghi di aggregazione per i ragazzi, l’integrazione sociale e culturale, la risoluzione dei conflitti e l’educazione alla legalità.

Un’integrazione che chiama in causa diversi soggetti istituzionali: dall’Amministrazione statale alle forze di polizia, che agiscono su impulso del Prefetto, si affiancano il Sindaco e l’Amministrazione comunale che rappresenta l’Ente più vicino ai cittadini. Non possiamo più nasconderci dicendo che occorre prevedere, oltre alla normativa di repressione, anche delle politiche sociali adeguate e questo non lo dico io, ma il recente rapporto Caritas dal titolo emblematico “False Ripartenze?”.

Un rapporto che parla di Roma Capitale delle disuguaglianze, una città dove quasi una persona su quattro vive in uno stato di disagio economico con un preoccupante 14,1% a rischio povertà. Una città alle prese con le difficoltà abitative e l’abbandono scolastico che torna a crescere.

Roma ha straordinarie risorse e penso alle Associazioni di Volontario e alle Parrocchie. Realtà che hanno cercato di aiutare il prossimo con aiuti alimentari, la distribuzione di buoni spesa o attraverso la previsione di numerose iniziative di prossimità per le popolazioni delle periferie, ma adesso più che mai è necessaria l’azione delle Istituzioni.

Ricordo con grande amarezza che quando ricoprivo la carica di Consigliere Capitolino presentai varie proposte che prevedevano l’installazione di aree ludiche o luoghi di aggregazione per i giovani nelle periferie. Una di queste, addirittura, ottenne il parere positivo degli Uffici e delle Commissioni competenti, incredibilmente venne bocciata dall’Aula solamente per il fatto di essere stata presentata da un membro della minoranza.

Concludo dicendo che non si può parlare di sicurezza senza, al tempo stesso, prevedere ma soprattutto attuare politiche sociali adeguate perché in assenza di ciò la rabbia di chi si sente escluso, di chi non ce la fa, aumenta e conduce a quello che stiamo vivendo con tantissimi giovani che finiscono in una zona d’ombra.

Dunque, non è più tempo di un approccio emergenziale con provvedimenti temporanei in materia di sicurezza, ma è giunto il momento della programmazione.”

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