La storia degli Ufo la conosciamo tutti, magari abbiamo anche qualcuno tra gli amici o i parenti che dice di averne visto uno, oppure noi stessi siamo stati testimoni di un avvistamento di oggetti non identificati; certo negli ultimi anni, si sono molto diffusi i droni ad uso ludico e qualcuno potrebbe essere tratto in inganno , dal movimento di questi aeromobili, che possono zigzagare e avere movenze totalmente differenti da quelle di un elicottero o un aereo; tuttavia, prima della commercializzazione di massa dei droni, moltissimi sono stati gli avvistamenti, di quelli che potrebbero essere stati veicoli militari sperimentali, come ad esempio i “mitici” Ufo Nazisti, di cui circolano anche delle foto, ma di cui non sarebbe stata trovata nessuna prova ufficiale, ovvero velivoli aerei che avrebbero dovuto ribaltare le sorti della guerra.
Se degli Ufo Nazisti non si ha prova certa della costruzione, sicura è la realizzazione della Avrocar messa a punto dai canadesi, proprio utilizzando i progetti sottratti dai tedeschi, nell’immediato dopoguerra ; essa fu al centro di sperimentazione per il decollo verticale e doveva essere una sorta di “auto volante”, che potesse quindi circolare sia sul suolo che nei cieli.
Dopo alcune vicissitudini, il prototipo finale venne ufficialmente testato nel novembre del 1959, l’Avrocar aveva la forma di un disco volante a tutti gli effetti e avrebbe dovuto raggiungere velocità di 483 km/h e l’altezza di 3050 mt; ulteriori test di susseguirono fino al 1961 realizzando 75 ore di volo, realizzando che la Avrocar non poteva che alzarsi a pochi metri da terra e viaggiare a una velocità massima di 56 km/h, essendo comunque troppo rumorosa per l’utilizzo in ambito militare, il progetto venne quindi cancellato, al quale però seguì quello della Moller Skycar, ovvero la prima automobile volante, che però non è mai stata commercializzata.
Prima ancora degli Ufo Nazisti, i cui progetti erano stati scoperti alla fine della guerra, vi sono stati numerosi avvistamenti anche durante il conflitto, che vennero bollati come episodi di allucinazioni o di intelligenza nemica; tuttavia nel 1948, vi fu il primo avvistamento collettivo documentato, quello che viene ricordato come “L’incidente di Thomas Mantell”:
Era il 7 gennaio, alle ore 13.00, a Maysville nel Kentucky, molte persone videro un oggetto circolare sorvolare la città emettendo una luce rossa; dall’aeroporto militare di Fort Knox, 45 minuti dopo, decollarono tre caccia P-51 per intercettare la minaccia, al comando il Capitano Thomas F. Mantell, che perse tragicamente la vita.
Alle 15.15 Mantell diede comunicazione di trovarsi a 6000 metri e di avere avvistato un grande oggetto metallico, che era sparito dietro una nube aumentando la velocità, il caccia del Capitano si era lanciato all’inseguimento, mentre gli altri due rientrarono, poiché all’epoca gli aerei non disponevano di grandi riserve di ossigeno per il volo in alta quota; dopo pochi minuti si persero i contatti con Mantell e nuovamente due caccia decollarono in soccorso, ma i resti dell’aereo vennero trovati sparpagliati alle 17.00 nei pressi della città di Franklin, il corpo del Capitano venne rinvenuto con l’orologio fermo alle 15.19 e secondo la strumentazione di bordo recuperata, si era spinto fino a 9000 metri di altezza, derubricando la cosa come un incidente.
Secondo la commissione investigativa, Mantell perse i sensi a causa dell’assenza di ossigeno, inseguendo un pallone sonda Skyhook lanciato segretamente, questi palloni avevano un rivestimento di plastica trasparente che poteva dare impressione di una superficie metallica e la cui velocità poteva essere giustificata da una corrente a getto, che avrebbe spinto il pallone a 700km/h, ipotesi tuttavia abbastanza strana se consideriamo i ben 45 minuti di avvistamento prima che decollasse il primo stormo.
Anche l’ottocento è stato ricco di avvistamenti, alcuni anche in Italia, come quello del 1864 a Montespertoli, in Toscana, da parte della Contessa Gertrude Walker in Bandelli, appassionata di astronomia, che disse di aver osservato in cielo un globo bianco infuocato, più grande della luna piena, che venne archiviato come un “fenomeno naturale”, non essendoci all’epoca conoscenze particolari su probabili forme di vita extraterrestre.
La prima fotografia in assoluto di un Ufo risale invece al 1883, per mano del professore e astronomo Josè A. Bonilla operante alla postazione di Zacatecas in Messico, che osservò numerosi oggetti opalescenti, in formazione che si frapponevano tra il suo telescopio e il sole.
Molti sono stati gli avvistamenti durante l’800, di oggetti simili a sigari, ma c’è da tenere in considerazione, che si stava affermando il dirigibile e che molti contadini ignoranti potrebbero averli scambiati per Ufo, d’altronde, il primo pallone a idrogeno della storia, venne proprio distrutta da un gruppo di contadini inferociti e spaventati.
Due distinti e non meno importanti episodi, si sono invece registrati nel rinascimento, a Norimberga nel 15621 e a Basilea nel 1566, nel primo viene riportata testimonianza di una sorta di battaglia nei cieli tra oggetti volanti, con una particolare mutazione del sole, che appariva contornato da due archi rosso sangue, cosa che ha dato da pensare che gli abitanti di Norimberga possano aver assistito a un fenomeno di “Parelio”che è un fenomeno ottico causato dalla rifrazione di cristalli di ghiaccio nell’atmosfera; nel secondo evento, accaduto tra il 27, il 28 luglio e ripetutosi il 7 agosto, i cittadini videro una insolita alba, con repentini cambiamenti del colore del sole e della sua forma, “lacrimando sangue”, mentre il cielo si anneriva e la luna diveniva completamente rossa, nel cielo una serie di nubi nere passanti davanti al sole per poi scomparire.
Anche in questo caso si parla di effetti naturali, sebbene in contrapposizione con la speculazione ufologica, che analizzando i disegni realizzati dei due episodi, riconduce ad astronavi aliene che sarebbero volate nei cieli delle due città.
Nel medioevo sono noti gli avvistamenti del 776 nel cielo di Sigiburg di due “scudi” rosso fuoco, durante il regno di Carlo Magno; sempre in Francia, a Lione nell’815 vengono avvistate “navi tra le nuvole”niente meno che dal Vescovo Agobardo, che avrebbe impedito la lapidazione di tre uomini e una donna “caduti” da una di queste navi.
Uscendo dall’Occidente, nel Giappone del X° secolo vennero avvistate delle “ruote volanti”, riprodotte su opere pittoriche dell’epoca ed un secolo dopo in Cina, il letterato Shen Kuo riporta nelle sue cronache di una misteriosa “perla” che volava sopra la superficie di un lago presso Yangzhou, che per 10 anni apparve frequentemente illuminando un’area di 5 km, attirando pellegrini religiosi.
Molti altri furono gli avvistamenti nel medioevo, secondo cronache inglesi addirittura, una di queste navi del cielo sarebbe caduta incastrandosi in un tumulo e l’occupante ucciso dalla folla accorsa; Cristoforo Colombo, nel 1492, durante il suo viaggio verso le Indie, descrive “un ramo infuocato” scendere dal cielo e descrisse nei suoi diari altri fenomeni curiosi, come scie luminose e insoliti avvenimenti astronomici.
Il condottiero greco Timoleone, nel 343 a.C. invece, racconta di aver visto “una torcia volante” durante un viaggio in nave tra Corinto e la Sicilia, mentre altri autori latini, tra cui Plinio il Vecchio, Tito Livio e Giulio Ossequente, descrivono “scudi infuocati” (quindi di forma circolare) nei cieli dell’antica Roma, come quello del 217 a.C. in Puglia o del 100 a.C. a Tarquinia.
Ad oggi sono numerose le “testimonianze” che lasciano perplessi anche i più scettici, è il caso dei teschi di cristallo di quarzo, di epoca mesoamericana precolombiana, talmente perfetti che la lavorazione richiede una strumentazione non in possesso delle popolazioni indigene, ma sui quali si sospetta fossero una colossale truffa messa in piedi nel ‘800, ripresa poi negli anni ’80 del 900, con riproduzioni messe in vendita sul mercato.
Anche la Bibbia, in un passaggio scritto da Ezechiele, sembrerebbe gettare l’ombra sugli Ufo, il profeta nelle sue visioni descrive “ruote” ed esseri dentro queste ruote:
Il cinque del quarto mese dell’anno trentesimo, mentre mi trovavo fra i deportati sulle rive del canale Chebàr, i cieli si aprivano ed ebbi visioni divine. […] Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un balenare di lampi, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare incandescente.
Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, dei quali questo era l’aspetto: avevano sembianza umana e avevano ciascuno quattro facce e quattro ali. Le loro gambe erano diritte e gli zoccoli dei loro piedi erano come gli zoccoli dei piedi d’un vitello, splendenti come bronzo brunito. Sotto le ali, ai quattro lati, avevano braccia umane; tutti e quattro avevano le medesime sembianze e le proprie ali, e queste ali erano unite l’una all’altra. Mentre avanzavano, non si volgevano indietro, ma ciascuno andava diritto avanti a sé.
Quanto alle loro fattezze, uno aveva fattezze d’uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d’aquila. Le loro ali erano spiegate verso l’alto; ciascuno aveva due ali che si toccavano e due che coprivano il corpo. Ciascuno si muoveva davanti a sé; andavano là dove lo spirito li dirigeva e, muovendosi, non si voltavano indietro. Tra quegli esseri si vedevano come carboni ardenti simili a torce che si muovevano in mezzo a loro. Il fuoco risplendeva e dal fuoco si sprigionavano bagliori. Gli esseri andavano e venivano come un baleno.
Io guardavo quegli esseri ed ecco sul terreno una ruota al loro fianco, di tutti e quattro. Le ruote avevano l’aspetto e la struttura come di topazio e tutt’e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo a un’altra ruota. Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt’e quattro erano pieni di occhi tutt’intorno. Quando quegli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando gli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano.
Dovunque il vento le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. Quando essi si muovevano, esse si muovevano; quando essi si fermavano, esse si fermavano e, quando essi si alzavano da terra, anche le ruote ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. (Ezechiele 1,1; 4-21)”
Secondo Ezechiele, sembrerebbe che l’intera struttura (piattaforma, trono ed esseri), si muova grazie a un sistema basato su 4 ruote, di cui due rientranti, la più esterna provvista di borchie con una capacità visiva (oblò).
Altre testimonianze antiche irrisolte completamente sono i Jet d’oro precolombiani, una collazione di reperti zoomorfi, che ricordano dalla forma dei veri e propri space shuttle o aeroplani, oppure ancora, le statuette che sembrerebbero raffigurare astronauti, come i Dogu giapponesi, ed altre raffigurazioni sparse per il mondo, dalla forma umanoide, ma che indossano capi che ricordano il casco spaziale.
Ma ancora più sconvolgente, la lastra tombale “dell’Astronauta di Palenque”, che raffigura un uomo intento ad utilizzare dei veri e propri comandi meccanici di un razzo, il ritrovamento venne effettuato in Messico nel 1952, all’interno di una cripta nel cuore della piramide, a 18 metri di profondità; la tomba venne identificata come quella di re Pakal, che riposava sotto la lastra di 5 tonnellate, secondo gli studi condotti, quello che in realtà appare come un razzo con tanto di fiamme nella parte inferiore, sarebbe la sovrapposizione di più simboli spirituali dei Maya che avrebbero dovuto proteggere il re nell’oltretomba.
Però, sempre in Sudamerica e precisamente in Perù, un altro mistero ha scatenato gli ufologi ed è quello delle “Linee di Nazca”, una serie di geoglifi realizzati sulla superficie del deserto di Nazca per oltre 80 km, formando 800 disegni composti da 13.000 linee.
I disegni rappresentano animali, piante, ma anche figure insolite come quella dell’astronauta o presunto tale, avendo una forma umanoide stilizzata con due grossi occhi a palla; ciò che invece lascia perplessi il motivo per cui siano stati realizzati questi disegni che risultano ben visibili dall’alto, dal cielo, comunicare con gli Dei o forse con qualche civiltà extraterrestre?
Sono sorti nel corso degli anni, numerosi movimenti ufologici, tra cui anche vere e proprie religioni, come ad esempio i “Raeliani”, secondo cui, l’umanità sarebbe stata creata dagli “Elohim”, ovvero una razza aliena superiore, che grazie all’ingegneria genetica, avrebbe deciso di far fiorire la vita sulla Terra.
La credenza dei Raeliani, è che quando l’umanità si sarà pacificata, allora gli Elohim, torneranno sulla Terra, dai propri “figli” e perciò promuovono idee sociali, come la autodeterminazione sessuale e uno spirito di solidarietà e condivisione; credono che nei governi, bisognerebbe concedere il diritto di voto solo a chi possiede un Q.I. sopra la media del 10% e del 50% per un Candidato.
Nel 2002, fece scalpore la notizia che in un laboratorio, collegato alla società della setta, sarebbe andato in porto un esperimento di clonazione, con la nascita di una bambina di nome EVE; successivamente un altro annuncio secondo cui un’altra bambina sarebbe stata clonata attraverso il dna di due donne olandesi, tuttavia, l’identità dei codici genetici non è mai stata dimostrata e questi annunci, vengono ritenuti infondati, dalla comunità internazionale, divulgati probabilmente, a supporto della teoria di manipolazione genetica aliena sostenuta dai Raeliani.