Era fissata ad oggi 1 marzo la revisione del processo dei coniugi Olindo Romano e Rossa Bazzi, condannati all’ergastolo per la strage di Erba, ma la Corte ha chiesto più tempo.
Appuntamento al 16 aprile
La Corte ha bisogno di più tempo per valutare le memorie difensive e tutto è rinviato al prossimo 16 aprile. Il presidente della Corte Antonio Minervini ha accolto la richiesta degli avvocati della coppia. “A prescindere che non ce la facevamo a chiudere il processo oggi. Credo che la memoria di parte civile richieda un po’ di studio”, ha dichiarato Nico D’Avola, il difensore di Olindo e Rosa, aveva chiesto “più tempo” per leggere le memorie difensive.
In Aula c’era Azouz Marzouk che in quella strage ha perso la moglie e il figlio di due anni. Marzouk però sostiene che i coniugi accusati e condannati siano in realtà innocenti. Ha dichiarato: “Sono emozionato , stiamo avendo la nostra rivincita. Sto facendo questa lotta per tutti”. Olindo e Rosa sono arrivati in aula sotto scorta degli agenti e tramite i propri legali hanno fatto sapere di non voler essere ripresi dalle telecamere.
L’avvocato generale dello Stato, Domenico Chiaro, nel suo intervento ha detto: “Siamo di fronte a una manifesta inammissibilità delle richieste di prova. Si sono superati determinati limiti, spetta a noi far tornare questo processo nell’alveo della normalità. Non è vero che la condanna si fonda solo su tre prove. Se anche ne cadesse una, avremmo comunque la possibilità di fare un processo indiziario. Quelle tre prove non sono le uniche sufficienti per la condanna”. Ha poi continuato: “Ci sono il poderoso movente, la manutenzione del contatore, il comportamento anonimo degli imputati, gli esiti parlanti del consulente sulle lesioni delle vittime, la mano sinistra meno forte e quella destra più forte. Non ci sono fatti nuovi. Devono esserlo anche dal punto di vista probatorio. Non è vero che la condizione mentale degli imputati non sia mai stata valutata. C’è stata una costante osservazione psichiatrica in carcere”, ha concluso.
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