Telegram, Revenge Porn e quei gruppi di scambio pedo-pornografico

In questi giorni i riflettori sono puntati sull’applicazione Telegram, e su alcuni gruppi autogestiti di utenti che scambiano materiale pornografico e pedo-pornografico a velocità difficile da contrastare anche per la polizia di stato. Lo scandalo è cominciato tramite alcune segnalazioni di giovani ragazze che si sono trovate inserite nei gruppi di scambio pornografico come attrici ignare dell’accaduto.

Molti utenti, scambiano e condividono film pornografici personali, ottenendo informazioni e video in cambio dei propri personali, e così si stabilisce un mercato sotto gli occhi di tutti.

La polizia postale sta cercando di chiudere i gruppi Telegram, che contano quasi 43.000 iscritti, in 21 canali, con 30.000 messaggi, ma senza molti risultati. Infatti, per ogni canale chiuso, se ne apre subito un altro dove gli utenti possono spostarsi senza molte difficoltà.

Leggi anche : https://www.ifattinews.it/2019/12/14/vi-municipio-romanina-dammi-50-euro-e-ti-restituisco-il-cellulare/

La pornografia è sotto le nostre mani, nei nostri telefoni, e il largo utilizzo che le nuove generazioni ne fanno, sia come attori che come fruitori, sta mostrando un enorme preoccupazione. In un mondo telematico dove la privacy è sempre meno possibile, e l’intimità diventano frutto di scambio tra altri personaggi appassionati, qualsiasi valore viene meno, e si sente l’amaro di una destinazione poco pulita.

E’ la piaga del Revenge porn, vendette tra coppie che condividono i video per minare la figura del ex partner, gettandolo il video dell’atto sessuale in gruppi, come un pezzo di carne in una fossa di leoni.

Attualmente i gruppi sono ancora attivi, e i nomi sono sotto gli occhi di tutti in questo momento, anche perché pare, che gli iscritti stiano proprio salendo e che la diffusione di questo materiale sia ingestibile sia per la Polizia di stato che per la piattaforma Telegram, che cerca di fare ciò che può.

Ammesso che gli interessi.