Tor Pignattara cerca il vaccino per i suoi negozi

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Mala tempora currunt per i commercianti, grandi e piccoli, italiani. Proprio così: purtroppo la situazione commercio nella nostra penisola sta attraversando un periodo buio in quanto i singoli cittadini preferiscono ordinare online. I motivi sono vari, ma i principali sarebbero imputabili alla pigrizia di uscire, o ad una semplice comodità. In questo modo incentivano le grandi catene di commercio elettronico straniere piuttosto che recarsi fisicamente nei negozi e aiutare le piccole e medie imprese locali. Sed peiora parantur: ebbene sì, come si suol dire non c’è mai ”limite al peggio”. Purtroppo Il fondo non era stato ancora toccato; a dare il colpo di grazia alle tante attività italiane che cercano ogni giorno di sbarcare il lunario è arrivato il Covid-19. Uno dei quartieri capitolini più in difficoltà di altri, considerando i suoi trascorsi, è Tor Pignattara, zona appartenente al V Municipio di Roma Capitale.

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Prima dell’arrivo della pandemia erano già presenti svariati problemi, come il vedersi costretti a tenere prezzi bassi e popolari perché “se alziamo i prezzi non viene più nessuno” ci dice Ugo, titolare del ristorante il Pomo D’Oro. Questo perché Tor Pignattara si trova in periferia, ma così facendo si crea un grande dislivello tra entrate misere e uscite esorbitanti. Dopo l’avvento del Covid le difficoltà si sono intensificate, le vendite sono precipitate, la clientela è diminuita. Fabio e Celeste, proprietari di un negozio di pelletteria classica esistente da più di cinquanta anni, ci dicono che si sono trovati assolutamente impreparati a fronteggiare la prima ondata nella primavera 2020, in quanto avevano già preparato e allestito tutto per la stagione, per poi ritrovarsi senza clienti, e di conseguenza senza guadagno ed entrate.

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Adesso la situazione si è ribaltata perché, per paura che poi resti invenduta, non stanno comprando molta merce, lasciando così il negozio sguarnito e durante il periodo dei saldi sono stati costretti a vendere prodotti “nuovi” in saldo. Abbiamo incontrato il Presidente della rete d’imprese di Tor Pignattara, che ci ha illustrato il quadro della situazione. Come ci ha fatto presente anche il signor Ugo, i negozi riescono a lavorare ma dopo le 17 la gente non esce più e non c’è tanta vendita d’asporto. Di sera c’è anche paura a tornare a casa, essendo Tor Pignattara una zona con una vasta presenza di delinquenza: senzatetto, alcolizzati e drogati bivaccano assiduamente per le strade. La sera fino alle 22 restano aperte le frutterie e i negozi di alimentari che smerciano alcool dove i suddetti sostano noncuranti senza mascherina e senza attuare il minimo distanziamento.

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In più c’è una massiccia presenza di attività abusive nel quartiere. Tutto questo perché i controlli da parte dei vigili e delle forze dell’ordine non sono così frequenti come dovrebbero. L’appello che i commercianti di Tor Pignattara rivolgono alle istituzioni è di prestare più attenzione a questo tipo di problematica affinché si creino dei canali per istituire dei responsabili del quartiere con cui le istituzioni possano interfacciarsi al fine di ascoltare le varie difficoltà e porvi rimedio. Ai cittadini si chiede, invece, di acquistare nei negozi del proprio quartiere, al fine di aiutare e far sopravvivere le piccole realtà locali. Perché per ogni negozio che muore, muore un pezzo di quartiere.


Foto di Kaboompics – Pexels

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