Nel V Municipio di Roma Capitale, più nello specifico nel quartiere di Tor Pignattara, c’è un’area che comprende l’Acquedotto Alessandrino. Realizzato nel 226 d.C. per volontà dell’imperatore Alessandro Severo, aveva la funzione di portare l’acqua alle terme di Nerone. Terme che si trovavano in Campo Marzio, presso il Pantheon e avevano preso il nome di “terme alessandrine”. In un passato un po’ più recente l’acquedotto, conosciuto anche come “Parco Sangalli”, versava in uno stato disastroso. Era diventato il punto di ritrovo di tossicodipendenti e la dimora di parecchi senzatetto. Nella metà del 2017 un gruppo di volontari residenti nell’area ha deciso di adoperarsi per restituirgli dignità, fondando il Comitato Spontaneo Acquedotto Alessandrino.
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Il lavoro che i volontari hanno svolto è stato lungo e impegnativo. Hanno effettuato varie bonifiche, liberando il parco da siringhe, materassi, scocche di motorini, bottiglie di birra, calcinacci. Uno tra i tanti problemi è stato far capire ai senzatetto che vivevano lì che non si poteva alloggiare in un’area verde pubblica. Li hanno poi indirizzati verso strutture più idonee e segnalando nomi di associazioni competenti che potessero prendersi cura di loro. Il comitato ha affrontato questo problema sociale in maniera graduale – riscontrando una resistenza da parte di questi “inquilini meno fortunati”. Tuttavia i volontari hanno risposto a questa resistenza con una pressione costante – e infine è stato risolto dopo circa 5-6 mesi.
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Subito dopo la bonifica i volontari hanno cambiato l’aspetto del parco, attraverso la manutenzione del verde, la sistemazione dei viali, la realizzazione di un’area fiorita abbellita da piante ornamentali e l’acquisto di un mezzo per la falciatura del manto erboso grazie ad un crowdfunding creato appositamente da Torpignattara.it. Dopodiché hanno realizzato tanti eventi socioculturali per far in modo che il parco subisse una rigenerazione sociale. Book club, English corner, feste di Natale, passeggiate con i pony per i bambini, lezioni di pattinaggio per bambini, lezioni di tango ed eventi musicali. Hanno combattuto battaglie e ci sono state vittorie, come la rimozione di una rete di protezione presente da quindici anni e mai rimossa. Una lotta durata tre anni voluta con tanta forza dal comitato spontaneo e portata avanti in prima persona dall’ex assessore all’ambiente Dario Pulcini.
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Molti i dipartimenti coinvolti, tra cui il S.I.M.U. e l’INGV nonché il forte interessamento da parte dell’assessorato alle infrastrutture del comune di Roma e dal consigliere FdI Christian Belluzzo. Una causa dove sia singoli cittadini che politici locali hanno offerto il loro contributo per ottenere un risultato importantissimo per il Parco del quartiere, a dimostrazione che quando si uniscono le forze nulla è impossibile. All’inizio del progetto del comitato spontaneo il Servizio Giardini era praticamente assente; per i primi due anni il suo intervento è sempre stato insufficiente e troppo sporadico per le esigenze del parco. Nell’ultimo anno è stato riscontrato un miglioramento, con il ritiro dell’immondizia fino a tre volte a settimana, quando precedentemente questo non era mai avvenuto. Ma il comitato ad oggi vorrebbe di più, ossia che il il 70% della manutenzione del parco sia affidata al Servizio Giardini e le restanti mansioni vengano ricoperte dal comitato.
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Il problema di mancata manutenzione da parte del Servizio Giardini, che non riesce a gestire e coprire tutte le zone in una maniera ottimale, come i cittadini vorrebbero c’è sempre stato. Il parco Sangalli soffre di questa cattiva manutenzione dai primi anni del 2000, tranne qualche breve parentesi in cui furono sempre i cittadini e i comitati di quartiere con azioni di volontariato e progetti limitati nel tempo a manutenere il parco. Nonostante le incomprensioni concernenti il lavoro del Servizio Giardini, tra il comitato e le istituzioni c’è sempre stato un dialogo. In tutte le attività svolte, sia di manutenzione che in quelle socio-culturali c’è sempre stato un rapporto aperto con il Municipio, che ha sempre supportato il comitato, mai ostacolandolo, facendo sì che le idee e le iniziative dei volontari potessero concretizzarsi. Il Municipio sotto un punto di vista di impegno non è mai venuto meno.
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“In tre anni c’è stata un’ascesa continua” dichiara il portavoce del Comitato spontaneo, “giorno dopo giorno abbiamo fatto in modo di far allontanare i malintenzionati, perché un parco vivo, un parco pulito allontana chi ha intenzioni ambigue. La nostra vittoria è stata proprio questa, essere riusciti ad avviare all’interno del parco una rigenerazione sociale e urbana, nel quartiere più multietnico di Roma.” Queste persone si sono date da fare, mosse dall’amore per il loro quartiere, e con determinazione e tenacia hanno portato la bellezza dove questa era sconosciuta. E sono riuscite a raggiungere il loro obiettivo: rendere il Parco Sangalli uno dei più curati della capitale. Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior. E i volontari del Comitato Spontaneo Acquedotto Alessandrino sono riusciti a rendere il Parco Sangalli il fiore più bello di Tor Pignattara.
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