Torpignattara: Concorrenza o diversificazione? Per l’Europa vince sempre la prima …

Via di Tor Pignattara

In questi anni ed anche in questi ultimi mesi, abbiamo visto il proliferare in varie parti della città di attività della stessa tipologia concentrate tutte nelle stesse zone, ed è anche quello che è successo nel quartiere di Torpignattara. Molte persone si sono così chieste se sia possibile tutto ciò, perché da una parte ci si trova di fronte ad una maggiore concorrenza e quindi per certi versi si favorirebbe l’utente, dall’altra in una certa zona diminuisce la diversificazione dell’offerta concentrandosi spesso sulla stessa tipologia di prodotti e servizi e quindi scarseggiando altri, dall’altra parte ancora i commercianti non si sentono tutelati dovendo sostenere una concorrenza molto forte. L’analisi dei costi e benefici non è per nulla semplice e dovrebbe comunque sempre essere calata nel contesto e nell’area in cui ci si trova. Senza calcolare che l’ambito del commercio è abbastanza complesso già di per sé anche a livello normativo. Tuttavia, ciò che sperimentiamo nelle nostre comunità locali, compresa Torpignattara, non è altro che il riflesso delle decisioni prese a livello europeo. Queste decisioni, pur lontane, hanno un impatto tangibile sul nostro piccolo microcosmo ed influenzano così la realtà che viviamo ogni giorno.

Italia

In Italia, la regolamentazione del commercio con l’apertura di negozi ha subito cambiamenti significativi nel corso degli anni, in passato era presente una norma che poteva imporre una certa distanza minima tra esercizi commerciali della stessa tipologia, attraverso i regolamenti comunali locali che potevano imporre una distanza minima tra esercizi commerciali dello stesso tipo, con distanze che variavano a seconda del comune e del tipo di attività, ma che in media si aggiravano intorno ai 200-500 metri. Lo scopo era quello di evitare la concentrazione di attività simili in una stessa area, favorendo una distribuzione più omogenea e garantendo la sopravvivenza di piccoli negozi.

Europa

A livello europeo, la Direttiva 2006/123/CE nota come Direttiva “Bolkestein” ha liberalizzato il settore del commercio, eliminando le barriere all’ingresso e all’esercizio dell’attività e di fatto impedendo ai comuni di poter imporre limiti minimi di distanza tra i negozi e gli esercizi commerciali. Anche in questo settore quindi le norme europee prevalgono sempre, comprese queste sulla liberalizzazione. La direttiva “Bolkestein” emanata dall’Unione Europea è stata poi recepita in Italia attraverso il Decreto Bersani che ha liberalizzato il settore del commercio.

Non è possibile quindi regolamentare le distanze in quanto il principio generale è quello della libera apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio senza contingenti limiti territoriali o altre restrizioni di qualsiasi altra natura, escluse alcune eccezioni come i vincoli connessi alla tutela della salute, dei lavoratori, dell’ambiente e dei beni culturali.

Che fare?

Di fatto oggi molte attività simili si ritrovano una a fianco all’altra. Cosa potremmo fare? Probabilmente ben poco perchè non è possibile per le amministrazioni locali scavalcare le normative europee divenute norme nazionali, che se non fossero implementate avrebbero poi portato multe. Allora almeno cosa possiamo consigliare? Per quanto riguarda i negozi ed i negozianti che trattano gli stessi prodotti o servizi nella stessa zona, potrebbero provare a modulare bene un mix tra concorrenza e diversificazione a seconda delle loro risorse, capacità e strategie di business, nella consapevolezza che se da una parte la concorrenza può portare a una maggiore efficienza e innovazione interne, la diversificazione può ridurre il rischio, aumentare la stabilità ed offrire flessibilità nel mercato.

La scelta di questo mix dipende pure dalle proprie capacità di saper interpretare sia le esigenze specifiche di ciascun negozio che le dinamiche del mercato locale. Per quanto riguarda invece gli utenti, al margine di scelte personale di dove andare ad acquistare un prodotto o un servizio, sicuramente potrebbero organizzarsi insieme e cercare di sensibilizzare il territorio e chi vuole fare impresa, su problematiche contingenti come quella della diversificazione, che può essere al momento l’unica strada percorribile ed anche quindi la più importante, dato che le norme navigano contro questa concezione.