TREVI NEL LAZIO. Il Consiglio Comunale sfida la Pandemia

È davvero una gran fortuna, per i trebani che abbiano degli amministratori così indefessi, ligi al proprio dovere, al punto da sfidare il virus, la quarantena e qualsiasi ostacolo,  pur di portare a termine i propri compiti.

Poco importa, se la riunione si è tenuta in una saletta di pochi metri quadrati, certo con le dovute precauzioni,  come per esempio quella di non far partecipare il pubblico all’assemblea, neanche con una diretta sulla pagina istituzionale Facebook “Amministrazione comunale Trevi nel Lazio”,  non si sa mai che il contagio corra anche via web e possa instillare nei cittadini qualche mutazione virale, che li porti a dubitare dell’operato comunale.

Per fortuna, come ogni volta,  dobbiamo fare affidamento a quanto ci riferisce il consigliere di minoranza Pietro Bianchini, che ci ha fedelmente riportato quanto accaduto:

“In relazione al consiglio comunale di Trevi nel Lazio tenutosi il giorno 7 aprile 2020 presso la sala S. Pietro mi preme sottolineare soprattutto il comportamento tenuto dalla maggioranza tutto proteso a ridurre i diritti di partecipazione e libertà di espressione della minoranza.
Tale atteggiamento, proprio del sindaco Grazioli, che certamente non brilla per correttezza e rispetto delle altrui posizioni, oggi è venuto prepotentemente alla luce, per di più favorito dall’assenza dei cittadini alla riunione e dalla votazione della mozione della minoranza, presente solo il sottoscritto, che ha rigettato la proposta dello spostamento del consiglio comunale stante l’impossibilità per i cittadini stessi di partecipare ad una così importante riunione che vedeva all’ordine del giorno i tributi comunali, il documento di programmazione e il bilancio preventivo.
Il consiglio comunale si è svolto quindi a porte chiuse, causa le conosciute problematiche legate al coronavirus e con alcuna possibilità, stante la volontà della maggioranza, che lo stesso fosse portato a conoscenza dei cittadini con modalità telematiche.
Nel merito della discussione il sottoscritto ha sollevato eccezione di legittimità degli atti deliberativi in quanto proposti in violazione della norma e del regolamento comunale; nello specifico il sottoscritto ha rilevato e messo a verbale la violazione dell’art 49 del D.Lgs. 267/2000 e dell’art. 42 del Regolamento del consiglio comunale “Su ogni proposta di deliberazione sottoposta alla Giunta e al Consiglio che non sia mero atto di indirizzo deve essere richiesto il parere, in ordine alla sola regolarità tecnica, del responsabile del servizio interessato e, qualora comporti riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio dell’ente, del responsabile di ragioneria in ordine alla regolarità contabile. I pareri sono inseriti nella deliberazione.
La discussione è talmente degenerata che il sottoscritto è stato costretto ad abbandonare momentaneamente la seduta per rientrare nella discussione del documento di programmazione.
Anche in questo caso alle critiche del sottoscritto che faceva rilevare come nel DUP fossero state omesse indicazioni specifiche previste per legge, quali l’utilizzo dell’anticipazione di cassa e riportate poste quali il decreto ingiuntivo per 206.000 €. Oltre spese da parte di Lazio Ambiente, il sindaco reagiva veemente togliendo la parola e mettendo a votazione senza permettere la discussione.
Stesso atteggiamento quando, nella discussione del bilancio preventivo, il sottoscritto chiedeva spiegazioni sul fatto che dalla documentazione in atti non emergeva come la verifica di cassa di cui al verbale 35 del Revisore e del Responsabile del Servizio finanziario fissava situazione  al 31 dicembre 2019 pari ad un saldo di cassa di €. –(meno) 50.736,26 e un ammontare di anticipazione di tesoreria NON restituito pari ad €. 561.483,38.
Per lo stesso motivo il sottoscritto evidenziava come, allegato al bilancio di previsione, ci fosse un presunto risultato di amministrazione che presenatava un DISAVANZO di 1.671.385,04 e che invece nella proposta di bilancio preventivo tale somma non trovasse alcuna previsione circa la modalità di ripiano.
Il sindaco non rispondeva a quanto dichiarato dal sottoscritto reagendo in modo veemente, alzando la voce  ironizzando sul fatto che la minoranza capisse anche di economia, comportamento che lascio ad altri qualificare, e ponendo subito a votazione il punto, chiaramente votato dalla maggioranza, mai entrata nella discussione e sicuramente all’oscuro degli atti che stava votando, a cominciare dall’assessore al bilancio che in cinque anni non ha mai preso la parola sulle materie di cui ha delega.
Ciò che lascia esterefatti è il comportamento di questa amministrazione che in una sola giornata è riuscita a comprimere la libertà dei cittadini alla partecipazione al consiglio comunale sancita dalla legge, a deliberare in spregio delle più elementari norme di cautela imposte dalla normativa, a dimenticare che i cittadini meritano più rispetto e considerazione poiché su di essi hanno fatto ricadere il fallimento della gestione amministrativa con l’istituzione di nuove tasse e soprattutto che sempre su di essi scaricheranno le conseguenze  del prossimo rendiconto 2019.”

 

Francesco Digiorgio