Entro il 2030 le persone sopra i 60 anni saranno 1,4 miliardi, mentre nel 2050, la popolazione mondiale di anziani sarà più che raddoppiata, raggiungendo i 2,1 miliardi. Con quali conseguenze? Di sicuro saranno condizionati tutti gli aspetti della società, producendo forti preoccupazioni per la sostenibilità economica e sociale del sistema. Che fare allora? Ma se pensiamo che gli over 65 siano un peso e un esercito di vecchi da assistere siamo sulla strada sbagliata. In Italia hanno una ricchezza media superiore del 13,5% a quella nazionale, i loro consumi vanno a gonfie vele, spendono per musei, mostre, cinema e viaggi. In altre parole, gli anziani sono per la maggior parte dei casi soggetti attivi, autonomi e bilanciano la vita familiare con quella sociale. Eppure non c’è ancora consapevolezza del patrimonio di competenze personali, esperienza, capacità di relazione che hanno gli anziani attivi. Perché questo patrimonio sociale va salvaguardato nel tempo. Domenica scorsa all’interno della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta a Trevi Nel Lazio, l’Arcivescovo Mons. Vincenzo Paglia (Presidente della Pontificia accademia per la vita), che da anni studia e si occupa delle esperienze e dei bisogni delle persone anziane, ha presentato la sua ultima opera “L’età da Inventare” presentando in queste pagine una fotografia penetrante e innovativa della vecchiaia. Insieme a lui il dott. Gianfranco Battisti, che è intervenuto sottolineando l’importante ruolo di dar vita ad infrastrutture accessibili e dall’aspetto familiare, che possono diventare dei riferimenti durante la vecchiaia degli anziani. “C’è da dire, anzitutto, che per la prima volta nella storia la vecchiaia è diventata di massa. Non che non ci fossero prima, ma non erano così numerosi come oggi. In Italia gli anziani siamo il 23,4% del totale della popolazione, ossia poco meno di 14 milioni di persone –ha detto Mons. Paglia- Siamo il secondo paese al mondo, dopo il Giappone, per longevità. Si tratta di una nuova generazione, una sorta di nuovo “continente”. Ma è ancora poco conosciuto: c’è poco pensiero, poca riflessione su questi lunghi anni che chiudono l’esistenza sulla terra. È una specie di “terra incognita”, senza un pensiero sociale, politico, economico, spirituale. La posizione ragionevole è quella di riconoscere a questi anni un senso. E dire: che senso ha vivere tanti anni in più, dopo la pensione? Come viverli? È questa la sfida da raccogliere per non cadere nel luogo comune della vecchiaia come un naufragio. Anche gli anziani hanno diritto a pensare ad un loro futuro che sia degno e non uno scarto. Se c’è l’amore non si vuole la morte. Semmai non si vuole soffrire. Ed è su questo che bisogna anche impegnarci. Gli anziani sono indispensabili per la crescita della società. Non uno scarto”. Presenti all’incontro il Sindaco di Trevi Nel Lazio l’avv. Silvio Grazioli, il Presidente del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini Domenico Moselli, il Sindaco di Filettino Gianni Taurisano e di Vallepietra Flavio De Santis. Dalla presentazione del libro è nato un progetto pilota che vedrà coinvolte tutte le realtà suindicate coordinate proprio dall’Ente Parco. L’obiettivo è di creare una rete di servizi per far si che gli anziani non siano costretti a lasciare la propria casa per vivere la vecchiaia nelle RSA. Sono tante le sfaccettature legate agli anziani, soprattutto nei piccoli centri di montagna, per questo creare una rete di servizi socio assistenziali, sul territorio potrebbe essere una bella opportunità per non abbandonare e dimenticare questa fascia importante delle popolazione che va tutelata e protetta.