Durante l’emergenza coronavirus, si registra il primo arresto importante per truffa ai danni dello Stato, nei confronti di un imprenditore.
Antonello Ieffi di 42 anni, è stato catturato dai militari della Guardia di Finanza, dopo aver percepito 15,8 milioni di euro per la produzione di 24 milioni di mascherine che non sono mai state consegnate alla Consip.
L’indagine, avviata 20 giorni fa, ha appurato l’impossibilità da parte dell’arrestato di acquistare o produrre le mascherine e consegnarle agli ospedali nei tempi previsti.
La Biocrea infatti, risulta essere una società agricola a responsabilità limitata, azienda che non può neanche soddisfare i requisiti del bando, l’accusato è stato denunciato per turbativa d’asta e inadempienza di contratto pubblico, impedendo inoltre che partecipasse a un altro bando pubblico sempre in ambito sanitario per il valore di 64 milioni di euro.
In questa situazione di emergenza, lo Stato ha dovuto allestire dei bandi in fretta e furia e non ha avuto il tempo di controllare l’effettiva provenienza e affidabilità delle società che hanno partecipato, Quindi al momento di consegnare le mascherine, come poteva la Biocrea che risultava una azienda agricola E di allevamento animali adempiere al suo dovere?
Le sollecitazioni della Consip hanno avuto inizio dal 16 marzo e Ieffi ha cominciato ad accampare scuse, mentre invece stava solo speculando sulla salute pubblica ed ora a causa sua è tutto da rifare da capo.
Il 20 marzo la Consip ha quindi sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Roma, che ha avviato le indagini utili a ricostruire il raggiro, che nel frattempo l’imprenditore aveva cercato di sviare sospetti, cedendo le sue quote a Stefania Verduci di 42 anni, con una vendita fittizia, ora la donna è indagata per il medesimo reato.