Ue Boccia misure nel dl del governo sui consultori, “non c’entrano col Pnrr”

emendamento di FdI sui pro-vita nei consultori

Nei giorni scorsi c’è stato un “botta e risposta” tra la ministra spagnola dell’Uguaglianza, Ana Redondo e la premier Giorgia Meloni. Oggetto del contendere: il coinvolgimento nei consultori dei movimenti pro-vita contrari all’aborto.

Le accuse di Redondo

La ministra spagnola aveva commentato: “Permettere molestie contro le donne che vogliono interrompere la gravidanza significa indebolire un diritto riconosciuto dalla legge. È la strategia dell’estrema destra: intimidire per invertire i diritti, per fermare l’uguaglianza tra donne e uomini”.

La risposta di Meloni

Giorgia Meloni aveva replicato gelidamente: “Varie volte ho ascoltati ministri stranieri che parlano di questioni italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni”.

La voce della Ue

Indipendentemente dai punti di vista politici transnazionali sul tema, è arrivata una precisazione dalla Ue, proprio sull’emendamento presentato da Fratelli d’Italia al decreto. La Commissione europea ha detto chiaramente che “le misure proposte dal governo italiano non c’entrano col Pnrr”.

L’emendamento è proprio quello dell’ingresso nei consultori delle associazioni pro-vita.

La portavoce dell’esecutivo Ue, proprio oggi ha precisato “Il decreto Pnrr contiene misure che riguardano la struttura di governance del Pnrr. Ma ci sono altri aspetti che non sono coperti e non hanno alcun legame con il Pnrr, come ad esempio la legge sull’aborto”.

L’emendamento al decreto Pnrr sui pro-vita nei consultori approvato in Commissione Bilancio, ora dovrà essere sottoposto a votazione alla Camera. Nel testo è indicato che le Regioni nell’organizzazione dei consultori, possono coinvolgere soggetti del terzo settore qualificati nel sostegno alla maternità.

Il parere avverso delle opposizioni

Cecilia D’Elia, senatrice del Pd ha detto: “La concretizzazione dell’Italia della presidente Meloni. Una sola donna al comando, le altre scompaiono, mentre di continuo viene messa in discussione la loro libertà di scegliere sul proprio corpo.

Riccardo Magi, segretario di +Europa, accusa il governo di fare “un uso totalmente politico, approssimativo e improprio” dei fondi del Pnrr.

Foto: lnx.asl2abruzzo.it