Ue, Garante privacy vieta a Meta l’uso dei dati degli utenti per la pubblicità

Meta non potrà usare i dati degli utenti per la pubblicità

Il Comitato europeo per la protezione dei dati (European Data Protection Board), con decisione urgente nei confronti di Meta, vieta l’utilizzo dei dati degli utenti per fini pubblicitari mirati. La decisione presa il 27 ottobre scorso è stata resa pubblica, attraverso la pubblicazione sul sito istituzionale del Comitato, mercoledì 1° novembre.

La pubblicità sulla base degli interessi

Meta con le sue piattaforme social Facebook e Instagram veicola le pubblicità per gli utenti sulla base delle loro attività. Una strategia pubblicitaria che va a individuare il target al quale proporre servizi e prodotti. In sintesi, vuol dire che se un utente mostrasse interesse nelle sue ricerche, ad esempio, per una stufa elettrica, gli saranno proposte pubblicità inerenti a stufette elettriche.

Il sistema monitora le abitudini degli utenti, quindi offre loro messaggi commerciali in base al comportamento.

La decisione del Comitato europeo risponde alla richiesta di Datatilsynet, l’autorità norvegese per la protezione dei dati. Datatilsynet ha infatti richiesto di “rendere permanente il divieto provvisorio precedentemente emesso sul proprio territorio nazionale, nonché di estenderne la portata e l’impatto a tutto lo Spazio Economico Europeo”.

La replica di Meta

In data 30 ottobre 2023, quindi due giorni prima che l’European Data Protection Board pubblicasse la propria decisione, Meta aveva annunciato l’introduzione del servizio di abbonamento. Gli utenti nella Ue che sceglieranno di abbonarsi avranno il servizio Facebook e Instagram senza pubblicità. Naturalmente Meta dichiarava l’impegno alla riservatezza delle informazioni delle persone. In realtà già nei primi giorni di ottobre, era nota la notizia degli intenti della Società di introdurre un abbonamento.

Facebook e Instagram saranno a pagamento per gli utenti europei

Secondo Meta, questa possibilità per gli utenti “bilancia i requisiti dei regolatori europei. Offe poi agli utenti la possibilità di scelta, consentendo a Meta di continuare a servire tutte le persone nell’UE, nel SEE e in Svizzera”.

Il Colosso dei social ha inoltre ricordato che “una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha riconosciuto che un modello di abbonamento, come quello annunciato, è una forma valida di consenso per un servizio finanziato dalla pubblicità.”

La tempistica con la quale i due eventi si sono verificati ha fatto pensare alcuni ad una “fuga di notizie” trapelate a beneficio di Zuckerberg, il quale sarebbe corso ai ripari annunciando l’opzione dell’abbonamento.

Ad ogni modo bisognerà attendere se prevarranno le ragioni dell’European Data Protection Board o il parere della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il rischio per gli utenti europei in caso di divieto pubblicitario è l’applicazione per tutti di un abbonamento a pagamento.