Stamani sono state notificate due ordinanze di custodia cautelare a due persone, moglie e marito entrambi romani, residenti nella zona del Tufello e indiziati pesantemente del reato di usura. Le indagini avrebbero dimostrato come per l’uomo, l’usura fosse l’unica “fonte di guadagno”, mentre la donna era beneficiaria del Reddito di cittadinanza (oltre a svolgere la stessa attività del marito).
L’indagine era coordinata dal “Pool reati gravi contro il patrimonio” e dal III distretto Fidene-Serpentara col personale del III Gruppo Nomentano di polizia locale.
Affari di famiglia
Il giro dei “prestiti a strozzo” con tassi usurai in taluni casi arrivava a richieste di interessi superiori al 200%. Oltre alla coppia sarebbero interessati i tre figli minori, ai quali i due, impartivano “lezioni di condotta” per proseguire gli “affari di famiglia”. Da alcune intercettazioni telefoniche tra la madre e uno dei figli si sente la donna dire: “Dovete imparà, se papà sta poco bene qualcuno deve fa’ il mestiere al posto suo“.
L’eredità tramandata
Questa “attività di famiglia” sarebbe stata ricevuta dall’uomo, da suo padre (ormai morto), che prima di lui aveva avviato il giro dei prestiti a usura. I prestiti erano allargati a diversi Municipi della Capitale e la rete si estendeva fino alla zona sud della provincia romana. Le indagini erano iniziate a marzo del 2020 e i risultati sarebbero emersi nello stesso anno ad agosto. Sempre nel quadro delle indagini si evidenzia come il giro dei prestiti abbia interessato una 20ina di persone e le cifre andrebbero da 500 euro fino a 22 mila. Mentre l’interesse applicato andrebbe dal 52% annuo fino al 223,46% (in una occasione).
Sempre in una intercettazione si sente l’uomo dire: “A noi er lockdown ce fa ‘na pippa. C’avemo guadagnato er doppio rispetto agli altri periodi. Adesso che è finito gli affari sono tornati alla normalità“. Questo evidentemente mostra la totale assenza di scrupoli dell’uomo.