Troppi e reiterati errori da parte del ministero dell’Istruzione nella complessa partita sul riavvio della scuola a settembre, secondo l’assessore veneto all’Istruzione e formazione. Per la referente delle politiche scolastiche in Veneto Elena Donazzan :“un altro errore, l’ennesimo, si è consumato nella riunione di ieri, per il mancato coinvolgimento delle Regioni, che sulla scuola da mesi avevano posto la questione dei tempi, degli spazi e della pianta organica, purtroppo inascoltate.
Comprendo perfettamente i dirigenti scolastici e le loro rimostranze – dichiara l’assessore Donazzan- e bene hanno fatto a indirizzare al ministro un segno di esasperazione. Ai dirigenti scolastici è stata letteralmente scaricata addosso la responsabilità dell’organizzazione della riapertura, dell’omologazione dei dispositivi e degli arredi, della sicurezza del personale docente e non docente e degli studenti, e di un ruolo all’interno della Conferenza dei servizi che poco ha a che vedere con la didattica e l’educazione”.
“Le famiglie sono sempre più esasperate – aggiunge l’assessore – e chiedono risposte chiare su come inizierà l’anno scolastico e su come verrà garantito il diritto allo studio ai propri figli. Il Veneto in questo difficile momento ha teso la mano al Ministero, anche con la definizione di quel manuale operativo che è stato di grande aiuto per i dirigenti scolastici nel provare a risolvere i problemi del distanziamento e dell’organizzazione degli spazi e dell’attività nelle scuole. Purtroppo sembra che al ministro tutto questo non interessi”.
Per la titolare dell’assessorato alla scuola del Veneto l’ormai inevitabile caos che si delinea a settembre si sarebbe potuto evitare “se si fosse proceduto con il buon senso e con il confronto”.
“Invece, i nuovi banchi non arriveranno a settembre – elenca l’assessore – per stessa ammissione del commissario Arcuri, che nella riunione di ieri, a cui le Regioni non sono state invitate, ha di fatto dovuto ammettere che non arriveranno in tempo. Il commissario ha stigmatizzato l’atteggiamento di qualche Regione che ha chiesto un numero tale di banchi da far pensare alla totale sostituzione dei propri arredi scolastici, mentre ha riconosciuto al Veneto serietà nella quantificazione dei banchi necessari. A mio parere – commenta l’assessore – il ministero ha sovrastimato il fabbisogno, sprecando così molte risorse”.
“Il secondo errore riguarda poi il numero e l’assegnazione dei docenti, su cui non c’è certezza – prosegue l’assessore – E a complicare la situazione è subentrato il repentino cambio di indicazioni sulle prescrizioni da seguire, in particolare il parametro della distanza di un metro da rispettare in classe. Un parametro su cui avevamo definito il piano di riapertura e che sembra oggi essere derogato dal Comitato Tecnico Scientifico, che di fronte al problema del sovraffollamento delle classi e alla carenza degli spazi, non affrontato nei tempi opportuni dal ministero, ha scelto di cambiare approccio”.
“Infine segnalo il grave problema dell’utilizzo della mascherina, già ben ribadito dal presidente del Veneto – conclude l’assessore – Posso testimoniare che nessun educatore in queste settimane di confronto ha mai chiesto o suggerito di far portare la mascherina ai propri allievi in classe: credo che nessuno possa anche solo immaginare di far indossare ad un bambino o ad un adolescente la mascherina per 6 o addirittura 8 consecutive, facendo così diventare la scuola un inferno asfissiante”.