L’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, durante il consueto punto stampa del presidente Zaia dedicato all’evolversi della pandemia, ha illustrato il piano di interventi a sostegno del primario messo in campo dalla Regione Veneto per contrastare gli effetti dell’emergenza creata dal Coronavirus.
“In questi mesi abbiamo capito quanto l’agricoltura sia importante: agricoltori, allevatori, pescatori hanno continuato a lavorare e a produrre cibo per tutti. Ma il comparto ha sofferto la chiusura dei mercati nazionali e internazionali, di ristoranti e bar, hotel, agriturismi, mense, ristorazione collettiva scontando cali di fatturato, a seconda delle filiere, dal 30 al 90 per cento. Ci sono filiere agricole e della pesca che nei mesi di chiusura sono state completamente azzerate. Complessivamente in Veneto gli imprenditori, e in particolare quelli che producono prodotti di qualità, hanno perso circa 500 milioni al mese nel periodo del lockdown. A queste realtà produttive vogliamo dire grazie, ma soprattutto dobbiamo garantire la possibilità di continuare a lavorare e a mantenere gli standard di eccellenza”.
“Un ottimo lavoro di squadra”, l’ha definito il presidente della Regione, sottolineando come le misure adottate diano risposta ad un settore strategico che in Veneto vale 6,5 mld di fatturato, conta 70 mila imprese, produce un centinaio di prodotti a denominazione. Ma oltre al valore economico, l’agricoltura rappresenta un presidio identitario del territorio e delle sue comunità. Il comparto eno-gastronomico, alimentato dai nostri agricoltori, è elemento centrale dell’attrattività e della promozione turistica.
Le risorse del regionale di sostegno al settore primario messe in campo per fronteggiare gli effetti della crisi creata dall’epidemia Covid 19 ammontano a 165,5 milioni di euro, per il 79 per cento erogate a fondo perduto. “Per valutare la consistenza della manovra veneta –ha evidenziato Pan – ricordo che il sostegno offerto del governo ammonta a 450 milioni di euro, per tutte le filiere e a livello nazionale. Un intervento del tutto inadeguato rispetto alle perdite subìte: solo in Veneto i tre mesi di lockdown hanno causato perdite al settore primario per un miliardo e mezzo di euro. Contributi a fondo perduto, fondi di rotazione e garanzie – ha spiegato Pan – sono i tre pilastri della manovra anticrisi a sostegno delle filiere più colpite”.
I contributi per garantire liquidità alle imprese del primario ammontano a 131 milioni di euro: 8,5 milioni sono destinati alle 3500 imprese della pesca e dell’acquacoltura (fondi Feamp), 24 milioni sono erogazioni anticipate del Psr (il Programma di sviluppo rurale) per giovani agricoltori e imprese agroalimentari e agrituristiche, 23 milioni sono rimodulazioni fondi Psr a favore delle filiere più colpite della crisi, come florovivaisti, agriturismi fattorie didattiche e sociali (alle imprese della ‘zona rossa’ di Vo’ sono assicurati contributi fino a 7 mila euro) e, infine, 75,5 milioni sono misure per i giovani agricoltori, gli agricoltori di montagna e gli agricoltori destinatari di specifici bandi del Psr.
Ulteriore liquidità viene garantita attivando i fondi di rotazione presso la finanziaria regionale Veneto Sviluppo (26 milioni per le imprese agricole per finanziamenti a medio termine a tasso agevolato) e rafforzando il fondo di rotazione nazionale per la pesca con un altro milione e mezzo di euro di risorse regionali, per un totale di 3 milioni di euro di finanziamenti a medio termine.
Infine, il capitolo garanzie: tra Veneto Sviluppo e la piattaforma Agriplatform Italy Fei-Psr la Regione Veneto ha aperto un ‘ombrello’ da 20 milioni di euro, che, grazie all’effetto ‘leva’ del meccanismo della garanzia e della riassicurazione del credito, consentirà di attivare finanziamenti per un importo complessivo di 143 milioni, a beneficio delle imprese agricole e agroalimentari che hanno bisogno di liquidità a breve e medio termine o necessitano di ristrutturare il debito.
“Complessivamente – afferma Pan – saranno almeno15 mila le imprese agricole che potranno beneficiare dell’aiuto regionale, vale a dire circa una su quattro della realtà imprenditoriali dell’agricoltura veneta, alle quali si aggiungono le 3.500 imprese ittiche beneficiarie delle misure di sostegno alla pesca e all’acquacoltura”.