A Roma, sotto il viadotto della Magliana, torna una situazione complessa che sembra ancora lontana da una soluzione definitiva. Quella che può essere un’area cruciale per la viabilità e la sicurezza della città si ri-trasforma ancora in un campo rom abusivo, con insediamenti e discariche che destano preoccupazione tra i residenti.
Un problema antico
Non è una novità il problema degli insediamenti sotto al viadotto, negli anni, le segnalazioni dei cittadini hanno chiesto interventi alle istituzioni, sollecitando lo sgombero e la bonifica dell’area. Sistematicamente però questi insediamenti si ripresentano.
Il ritorno degli “accampamenti” e il conseguente accumulo di rifiuti provoca il malcontento dei residenti nelle zone circostanti che rivolgono ripetuti appelli alle autorità. La preoccupazione principale è il rischio di incendi dei materiali di scarto. Nei mesi estivi, l’odore e il fumo di roghi improvvisi sono stati avvertiti a causa di un incendio che ha aggravando ulteriormente la situazione. In seguito, l’area venne sgomberata e pulita, e la vegetazione era ritornata a crescere rendendo la zona più pulita. Senza alcun controllo però, l’area è stata nuovamente occupata.
Il consigliere di FdI
Marco Palma, consigliere municipale di Fratelli d’Italia, dopo l’ennesimo incendio verificatosi domenica ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica. Nel documento, Palma chiede di verificare “Se sussistano responsabilità per mancati controlli preventivi e di gestione nelle aree interessate dagli incendi, vicino a via Asciano”.
In sostanza, senza soluzioni stabili, il rischio di veder proseguire il “balletto” tra occupazione e sgombero, è inevitabile. E questo comporta importanti costi sociali e ambientali. Dai residenti le richieste arrivano chiare: occorre il monitoraggio dell’area per evitare il ripetersi di questa pratica dannosa per l’ambiente e per i cittadini.
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